Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e tutto questo perché applichiamo la democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno […]
Correvano gli anni ’60. Tra i tanti personaggi dell’epoca che “ornavano” la vita cittadina di Nardò c’era un tale che di cognome faceva Pinna, il nome era invece Cosimo, ma tutti lo chiamavano col diminutivo “Cusimino”, (piccolo Cosimo) sebbene di statura fosse ben oltre la media. Quello che caratterizzava il personaggio, però, non era la statura, ma il fatto che sia d’estate che d’inverno, sia di mattino che di sera, era solito inforcare sul naso leggermente adunco un paio di occhiali dalle lenti vistosamente giallo zafferano, tanto che i paesani lo indicavano come “quiddhru ca porta li ‘cchiali ti scapece”(scapece: pesce fritto e fatto marinare tra strati di mollica […]
Storie minime nell’anno del Signore 1315 IL CAVALIERE FRANCESE SOURÉ E LA MOGLIE DI GALATINA Tornato indenne dalla campagna militare in Grecia, il cavaliere francese fece edificare, per grazia ricevuta, una cripta a S. Michele di Luigi Manni Dopo la saga dei francesi de Toucy, che dal 1269 con Anselmo e sino al 1301 con Filippotto ressero le sorti del casale di S. Pietro in Galatina, subentrò a Galatina il provenzale Ugone del Balzo, primo conte di Soleto, sposato nel 1302 con Jacopa della Marra e morto il 2 dicembre 1319, ucciso sul campo di battaglia durante l’assedio di Alessandria. Dei de Toucy, nella basilica di S. Caterina d’Alessandria di […]
Le lampe di Pippi Onesimo Subito dopo la putìa (l’esercizio) de ‘a Bòmbana, si svolta a sinistra (per chi dall’Orulogiu scinde versu l’Anime) per salire dalla via de le Moniceddhre (Via Scalfo), che, snodandosi in tutta la sua lunghezza, supera la strada de lu Spitale vecchiu (Via Siciliani) e si ferma su Via Turati, affacciandosi con candido stupore sul balcone dell’arcu de la Porta Nova. Poco prima, la Chiesa della Purità, posta proprio sulla strozzatura di Palazzo Vallone, segnala la presenza di una delle più vecchie e nobili Opere Pie operanti in Galatina: l’Istituto Immacolata. Qui le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli hanno gestito, fino a parecchi […]
Era un carissimo ragazzo, amico di tutti, poi, per cause ai più rimaste ignote, scomparve prematuramente il 28 ottobre 1966, all’età di appena trentaquattro anni. Noi lo chiameremo “Ùcciu” (che poi è il diminutivo abbreviato di “Antonucciu”, da Antonio), senza indicare il cognome, perché i fatti, che più innanzi racconteremo, potrebbero, in qualche modo, essere un pochino lesivi della sua memoria. Soltanto “Ùcciu”, quindi, perché così lo abbiamo conosciuto e frequentato, quando lui, ancora studente liceale, si univa a noi, di qualche anno più grandicelli, che già ci confrontavamo coi ponderosi testi delle varie facoltà universitarie. Era un bravo ragazzo, “sanu-sanu” – come si dice a Nardò – come l’aveva […]
Prima di entrare nel vivo del discorso, è doveroso fare una breve relazione sulle condizioni di vita della gente salentina nel 1800. Ricorreva l’anno del Signore 1855 e il sole dardeggiava implacabile sugli uomini e sulle nostre assetate contrade, bruciacchiando i raccolti e rendendo marcescibili e puzzolenti i rifiuti che insozzavano le città salentine, Nardò compresa. In tali condizioni, il colera di quell’infausta annata trovò facile terreno per moltiplicarsi, esplodendo nella più acuta aggressività maggiormente negli ambienti popolari, ove la miseria, la mancanza assoluta di igiene, la promiscuità e l’incultura albergavano sovrani da secoli, o meglio da sempre, per cui il morbo falcidiò un gran numero di vite umane. Fra […]
Tramandata nei secoli attraverso racconti fantastici, la leggenda dei Lauri si era radicata facilmente nella coscienza della gente, finendo con l’entrare nella storia d’ogni giorno di Rino Duna Gli antichi romani li chiamavano con il nome di Lares (Lari) ed erano distinti in Lares domestici e Lares publici (meglio identificati con i Mani ed i Penati). Sia gli uni che gli altri, a differenza dei nostri Lauri, erano energie positive e buone, spiriti munifici, chiamati perlopiù a difendere la casa o la città da eventi disastrosi, come guerre e pestilenze, oppure per allontanare le anime inquiete e malvagie (Larvae[1]) di persone morte in circostanze misteriose o che non avevano […]
Da sempre è considerato il simbolo della saggezza di Emilio Rubino Conosciuto in tutto il mondo e in tutte le epoche per i suoi molteplici usi, soprattutto gastronomici, il sale, metaforicamente parlando, indica intuito, intelligenza, sapienza, tant’è vero che i toscani, con la parola “sciocco”, si riferiscono sia ad un cibo insipido sia ad una persona scarsa di senno. Nel nostro Salento chi difetta di tali requisiti si dice che “nu’ ttene sale ‘n capu”. Lo stesso Gesù (Matteo 5:13), rivolgendosi ai suoi discepoli, asseriva: ”Voi siete il sale della terra”; ed ancora (Marco 9:50) sempre ai medesimi: “Abbiate sale in voi stessi e mantenete la pace con gli altri”. […]
C’è una bomba a bordo di Salvatore Chiffi I l vecchio cacciatorpediniere San Giorgio, ex Pompeo Magno, modificato in nave scuola a favore degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno, diminuì la sua andatura fin quasi a fermarsi. Rallentò per pochi istanti, giusto il tempo necessario per imbarcare il pilota portuale che l’avrebbe guidato sino al molo d’ormeggio, e riguadagnò velocità. Per l’equipaggio e per i pinguini (così erano soprannominati i cadetti dell’Accademia a causa della loro caratteristica divisa) quel rallentamento fu l’inequivocabile segnale dell’arrivo a New York. Tutti raggiunsero il proprio posto di manovra ancor prima che l’ordine fosse impartito e, fatto straordinario, anche meccanici e motoristi si aggiunsero […]
“Uen gudd gudd…” di Salvatore Chiffi Alle prime luci dell’alba del 23 agosto ‘73, con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia, la nave San Giorgio, il caccia un po’ snob della Marina Militare, aveva raggiunto la Norvegia proveniente da Halifax (Nova Scotia), e, dopo oltre duemila miglia di navigazione piuttosto burrascosa, tra orche e balene, ad una latitudine prossima al Circolo Polare Artico, si era insinuato nelle placide acque del Sognefjord (fiordo dei sogni) con il suo carico di giovani cadetti. Quando il Chief uscì in coperta per raggiungere a poppa la Centrale di Tiro e dare il cambio alla guardia, un meraviglioso ed imprevisto spettacolo lo […]
La fiaba di RUGGERO STELLATO di Luisa CRESCENZI Ncé stéva ‘na vota… Così iniziavano i “cunti” con cui mia nonna , seduta dinanzi al camino, mani incrociate tra le folte pieghe della lunga gonna a piccoli fiori, raccoglieva attorno a sé tutti noi nipotini, desiderosi di ascoltarla. Il calore del focolare esaltava ancora di più il profumo della frutta fresca e secca esposta con sapiente cura sull’enorme banco di quella che era da tutti considerata la più bella bottega del Borgo. Si attendeva con ansia la domenica per godere della saggezza della nonna o della simpatia del nonno dagli occhietti birichini che non mancava di rivolgere complimenti alle belle e […]
Correvano gli anni cinquanta sul calendario quando cominciava la mia vita contadina. Vivendo in masseria non potevo contare sui giochi: solo correre dietro alle farfalle, grandi, bellissime, straordinarie nei loro colori. Più crescevo e più venivo indirizzato al lavoro nei campi. Mi attraevano animali come lucertole, serpi e scorpioni e anche ragni più o meno grossi, che stavano nelle intercapedini dei muri di tufo, una pregiata calcarenite che proveniva dalle vicine cave, estratta con il lavoro di zuccata. Venivo educato all’utilizzo degli arnesi della terra per dare forza e vita alle piante. Ero esperto non solo esperto nello zappare la terra, ma anche a potare e ad innestare alberi da […]