Un incontro per caso
Un contesto umano che è ormai una diffusa realtà
di Rocco Boccadamo
Mentre mi accingo a riguadagnare il portone condominiale e a risalire in casa dopo una breve passeggiata nei dintorni della mia abitazione, avverto di essere oggetto di discreti ma inequivocabili accenni vocali di saluto. Al che, arresto i miei passi e mi rendo conto che le attenzioni nei miei confronti provengono dall’abitacolo di un’autovettura parcheggiata in corrispondenza del coesistente tratto di marciapiedi.
Sul sedile posteriore del veicolo, primo sportello aperto, si trova accomodato un ragazzino di carnagione color bruno intenso e dai grandi occhi parimenti scuri, il quale è intento a somministrare, con il biberon, sorsi di latte a una bimbetta, tenuta in braccio, palesemente nata da pochissimo tempo. Accanto a lui, un’altra bimba e, infine, a ridosso dell’opposto sportello del mezzo, una giovane donna che, non faccio fatica a capire subito, è la genitrice del trio di figli.
Pressoché automaticamente e, comunque, con naturalezza, s’instaura una breve conversazione: il giovanissimo che va accudendo la sorellina appena venuta alla luce ha tredici anni, la seconda femminuccia, come dalla stessa mostrato per mezzo della manina, ne conta, a sua volta, quattro. Quanto alla donna, infine, in seguito a mia richiesta, apprendo che, di primavere, ne annovera trentuno e che, in aggiunta agli eredi presenti con lei nell’auto, ha un quarto figlio quindicenne, perciò messo al mondo, come facilmente conveniamo insieme, quando lei, di anni, ne assommava sedici.
Croate le origini del nucleo fortuitamente incontrato, al cui apice, mi è riferito, esiste, ovviamente, un capo famiglia. A Lecce oramai da lungo tempo, la loro residenza è in un alloggio delle case popolari nei paraggi dello stadio “Via del mare”, canone d’affitto mensile tra i cento e i centocinquanta euro. Purtroppo, vengo a sapere, né la giovane mamma, né il compagno hanno un lavoro stabile. Al momento, precisa la donna, l’unica fonte di reddito è rappresentata dall’attività, compiuta dall’uomo, di vendita porta a porta o, meglio, appartamento per appartamento nei condomini, di fiori e piante.
Non esita, la giovane mamma, incoraggiata, dice, dalla sensazione di aver di fronte una brava persona, a pregarmi di procurare un lavoro per lei e per il partner, “ne abbiamo estremo bisogno”, rileva. Da parte mia, pur attestando di immedesimarmi nella situazione, non posso che frapporre i limiti e la personale inadeguatezza rispetto a una richiesta del genere. Nondimeno, la giovane mamma croata sorride discreta, senza il minimo segno di disappunto, e sorridono anche i due figli grandicelli.
Ed io mi sento piccolo nel constatare di non essere in grado di fare qualcosa e, gli occhi in certo qual modo chini dietro tale sentimento di rammarico, mi congedo dai miei occasionali interlocutori, anche se, all’ultimo istante, approfittando della vicinanza di un bar, prendo l’iniziativa di regalare ai ragazzini un cono gelato.