La Masseria Papaleo Lì ove dimorano le Fate di Massimo Negro Se le fate sono esistite non potevano che vivere in un luogo incantato come questo. Prima che gli sfregi dell’uomo, i segni del tempo e dell’abbandono le facessero allontanare da noi. Ma prima di andar via hanno voluto lasciare un segno della loro presenza, affinché ce ne ricordassimo. Per lungo tempo non l’abbiamo fatto, dimenticando la loro dimora, lasciando che questo splendido luogo fosse alla mercé di vandali e devastatori. Ma forse le loro speranze non erano state poi così inutilmente riposte in noi. Infine il loro ricordo è nuovamente riaffiorato. Ma di questo scriverò in seguito nelle conclusioni. […]
Cosa erano costrette a fare le giovani d’un tempo Donne da maritare di Emilio Rubino Il sogno o il bisogno di avere un uomo tutto per sé inizia a essere avvertito dalle ragazze ancor prima di raggiungere l’età puberale. Infatti, già nella pre-pubertà, la bambina si pone il problema di sapere come nascono i bambini e non è raro che si metta a fare la mamma o la moglie. Quando, poi, l’adolescente comincia a “mpizzutare” (età puberale), quei primi larvati desideri si tramutano in bisogni concreti e assillanti alla ricerca dell’uomo della propria vita. Ma come procurarselo? Per arrivare a ciò ogni donna fa ricorso a mille e mille espedienti. […]
I creduloni sono sempre esistiti L’INGENUITÀ DI “ÙCCIU” Riteneva che ogni persona dovesse essere sincera e che le bugie fossero dettate dal Maligno di Emilio Rubino Era un carissimo ragazzo, amico di tutti, poi, per cause ai più rimaste ignote, scomparve prematuramente il 28 ottobre 1966, all’età di appena trentaquattro anni. Noi lo chiameremo “Ùcciu” (che poi è il diminutivo abbreviato di “Antonucciu”, da Antonio), senza indicare il cognome, perché i fatti, che più innanzi racconteremo, potrebbero, in qualche modo, essere un pochino lesivi della sua memoria. Soltanto “Ùcciu”, quindi, perché così lo abbiamo conosciuto e frequentato, quando lui, ancora studente liceale, si univa a noi, di qualche anno più […]
Una ricorrenza che si perpetua nei secoli IL NATALE Festa di fede e di amore di Piero Vinsper Dicamus bona verba: venit Natalis ad aras; così si esprimeva Tibullo rivolgendosi ad un amico, un tal Cornuto, del quale nulla sappiamo, ma che doveva essergli molto caro, nell’augurargli buon compleanno. Infatti Natalis era il nome sotto il quale si onorava il Genius, protettore dell’individuo e della casa, negli anniversari della nascita. Ora noi, parafrasando l’esametro del grande poeta elegiaco latino, ripetiamo: diciamo parole di buon augurio, viene il Natale. Natale, festa della nascita, della rinascita che si perpetua nei secoli, festa della famiglia. Un tempo era molto più sentito il […]
LE PREFICHE SALENTINE Sin dagli inizi del 1800, la tradizione salentina vantava la presenza delle “chiangimorti”, donne velate di nero che, dietro compenso, si disperavano durante i riti funebri di Valentina Vantaggiato “…Scarmigliata, sdentata, svuotata nelle occhiaie, ti ho vista gironzolare per le strade ancora in cerca di qualcuno da piangere, qualcuno che rivalutasse le tue lacrime…Ti ho raggiunta per carpire le ultime, e spero le più ardenti per il tuo addio, gocce salate dei tuoi occhi, occhi di fondali bui, occhi di vegetazioni arboree, occhi per la mia umanità…”. Sin dagli inizi del 1800, in molti centri salentini, era possibile incontrare, durante lo svolgimento dei riti funebri, coloro che […]
LA NINNA NANNA Una melodia “povera” per cullare e far dormire i piccoli di Piero Vinsper Con il termine di ninna nanna si indica quel genere di poesiole o di cantilene, che servono a far addormentare i bambini. Di queste si hanno esempi presso tutti i popoli della terra; si tratta per lo più di un componimento breve, concettualmente assai povero e privo di nessi logici. Il ritmo è monotono e cadenzato, quasi ad accompagnare il moto della culla. In età molto remota la ninna nanna era una preghiera rivolta ad antichi dèi babilonesi e sumeri. Era una tradizione orale che si trasmetteva di generazione in generazione, nel cuore della […]
PAPA GIUCCULATERA di Emilio Rubino Il titolo non sta a indicare la marca di un piccolo elettrodomestico, o meglio di un utensile casalingo di uso comune, bensì rappresenta un appropriato nomignolo rivolto a un sacerdote neritino vissuto nella prima metà del Novecento. La sua minuscola statura, neppure un metro e mezzo di altezza, dava l’impressione di trovarsi davanti a quel cosetto metallico che, messo sul fuoco, produce una calda e profumata bevanda, che riscalda le membra e il cuore. Bastava usare questo soprannome per individuarlo subito, mentre, utilizzando il solo patronimico, difficilmente sarebbe stato identificato. Il nomignolo “Papa Giucculatera” non era per niente offensivo della persona, ma necessario per qualificare […]
Esempio tangibile della saggezza popolare Lu dittèriu Il popolo, quando parla, sentenzia di Piero Vinsper Lu ciucciu ci mandai nun ippe ricche: l’asino che mandai non ebbe orecchie. Questo proverbio è usato dal popolo quando vede, per mancanza di qualcuno, che una missione sortisce un effetto contrario a quello che si aspettava, e si resta perciò disillusi. E si noti: questi tali il popolo li chiama ciucci, qualificandoli ignoranti, perché non capiscono ciò che devono fare e dire, ciucci che non hanno orecchie, (aborto di natura, perché le orecchie dell’asino sono abbastanza pronunziate! Sono anzi proverbiali!) perché uno, ignorante quanto si voglia, può fare qualcosa di buono, se presta udito […]
Premessa Qualche tempo fa, sulla mia home page di Facebook, ho espresso, solo di striscio, una considerazione sulla “giustizia”. Un mio ex-alunno, di intendimenti ben diversi dai miei, mi ha pregato di approfondire l’importante tematica e di stabilire con lui una discussione. Ho accettato di buon grado l’invito, anche perché il tema mi sta molto a cuore. Per una questione di riservatezza, non mi sento di rendere nota l’identità dell’alunno, che chiamerò Mauro, un nome a me molto caro. Perciò, eccomi qui, pronto a dialogare con lui e con chi, eventualmente, ne abbia voglia. Caro Mauro, tu mi poni una domanda per la quale trovo un po’ di disagio a […]
A differenza dei tanti Templari più o meno famosi del Meridione d’Italia, che tra la fine dell’undicesimo e l’inizio del quattordicesimo secolo contribuiscono a sostenere le sorti dei crociati in Palestina, quelli di Terra d’Otranto, invece, sono pochi e non sempre si distinguono per coraggio e spirito guerriero. Di questi è degno di nota solo un grande personaggio, una figura scomoda e controversa, che dalla Storia non ha avuto i meritati riconoscimenti ed onori. Si tratta del frate brindisino Ruggero da Flor(es). Per alcuni storici è uno strenuo difensore della causa del Tempio, un valoroso cavaliere che difende con ardimento gli insediamenti cristiani dalle orde saracene; per altri, invece, […]
Il vecchio cacciatorpediniere San Giorgio, ex Pompeo Magno, modificato in nave scuola a favore degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno, diminuì la sua andatura fin quasi a fermarsi. Rallentò per pochi istanti, giusto il tempo necessario per imbarcare il pilota portuale che l’avrebbe guidato sino al molo d’ormeggio, e riguadagnò velocità. Per l’equipaggio e per i pinguini (così erano soprannominati i cadetti dell’Accademia a causa della loro caratteristica divisa) quel rallentamento fu l’inequivocabile segnale dell’arrivo a New York. Tutti raggiunsero il proprio posto di manovra ancor prima che l’ordine fosse impartito e, fatto straordinario, anche meccanici e motoristi si aggiunsero alle sezioni del personale di coperta, tutti rigorosamente in divisa […]
Un artista originalissimo, uno dei più eclettici, bizzarri e interessanti di Terra d’Otranto, esponente di un neosurrealismo metafisico che ha fatto interessare di lui moltissimi critici d’arte che si sono accostati al suo universo simbolico così metaforico e sfaccettato. Parliamo di Max Hamlet Sauvage, artista originario di Gallipoli, che oggi vive a Tuglie, e che nello scorso mese di novembre 2018 ha donato al Museo Pinacoteca “Enrico Giannelli” di Parabita, sito nel Palazzo Ferrari, una dotazione di 84 sculture e 50 disegni. “Sculture biomorfiche- dall’idea all’anima della forma (opere inedite disegni e sculture- anni ’75-85)”, è il titolo della donazione permanente. L’arte di Max Hamlet Sauvage nasce dall’incontro con tre […]