Da sempre è considerato il simbolo della saggezza

IL SALE

ovvero

L’ORO BIANCO

di Emilio Rubino

Conosciuto in tutto il mondo e in tutte le epoche per i suoi molteplici usi, soprattutto gastronomici, il sale, metaforicamente parlando, indica intuito, intelligenza, sapienza, tant’è vero che i toscani, con la parola “sciocco”, si riferiscono sia ad un cibo insipido sia ad una persona scarsa di senno. Nel nostro Salento chi difetta di tali requisiti si dice che “nu’ ttene sale ‘n capu”.

Lo stesso Gesù (Matteo 5:13), rivolgendosi ai suoi discepoli, asseriva: ”Voi siete il sale della terra”; ed ancora (Marco 9:50) sempre ai medesimi: “Abbiate sale in voi stessi e mantenete la pace con gli altri”.

Di certo il sale nel passato assunse un ruolo di primaria importanza, non solo perché le religioni, ed il cristianesimo in particolare, gli conferirono dei simbolismi originali, ma anche perché presso i popoli antichi acquisì la funzione di moneta, consentendo lo scambio di beni di uso comune. Tant’era la sua importanza e il suo valore che nell’antica Roma il compenso degli operai per il lavoro svolto era pagato con il sale. Da quell’epoca in poi la paga mensile o settimanale prese il nome di “salario”. Un altro indizio della sua importanza è rappresentato da una nota strada di Roma, la Via Salaria, così chiamata per il consistente traffico di carri di sale verso e dalla capitale.

In seguito, la produzione di quest’importante ed essenziale sostanza fu monopolizzata dallo Stato italiano e coloro che furtivamente “rubavano acqua di mare”, per riversarla in apposite conche, erano arrestati dai finanzieri. Come atto finale, i militari distruggevano “le piccole saline” a colpi di piccone per non essere più utilizzate; ma altre erano ben presto ricavate a poca distanza nella scogliera, per cui la produzione clandestina di sale non cessava mai. Era la necessità che, alimentata dal… sale, aguzzava l’ingegno della povera gente. Se, infatti, provate a farvi un giro lungo la litoranea salentina tra Gallipoli e Santa Caterina, vi accorgete che, in più punti, la scogliera ha l’aspetto di gruviera con diverse cavità non naturali imbiancate di sale.

Anche oggi, se il prezzo di una merce è alquanto alto, si dice che è “salato”. Il nome stesso di Salento pare che derivi da questa preziosa sostanza.

Per il Cristianesimo il sale simboleggia la sapienza divina trasfusa nei suoi discepoli e da questi al popolo dei fedeli. Infatti, la Chiesa si serve del sale in alcuni suoi riti, come nella preparazione dell’acqua santa, nella quale si aggiungono alcuni grani per preservarla dalla corruzione del Malefico, o come quando, durante il battesimo, il sacerdote usa mettere qualche granellino di sale in bocca al neonato per liberarlo da tutti i possibili mali e per trasfondergli un pizzico della saggezza divina.

A Gerico, il saggio Eliseo, per rendere salubre l’acqua sporca e contaminata, che aveva provocato morti ed aborti, vi versò del sale, liberando definitivamente la popolazione dalle malattie.

Siccome conserva numerosi cibi, il sale fu considerato anche il simbolo di ciò che è perpetuo ed incorrotto. Gli orientali chiamarono “un patto di sale” un patto duraturo. Gli antichi romani l’offrivano agli ospiti in segno di amicizia.

Se preso nella giusta quantità, il sale fa bene alla salute: moltiplica i globuli rossi, combatte l’acidità di stomaco, allevia la persona dai dolori reumatici, ma, al tempo stesso, non è consigliabile abusarne per chi soffre d’ipertensione e per chi ha il tasso di colesterolo al di sopra del limite consentito.

Inoltre, il sale si sparge sulle strade ghiacciate per renderle meno sdrucciolevoli o nelle sale da ballo per non far sollevare la polvere; è un ottimo conservante di sostanze alimentari (pesce, carni, olive ecc.). Insomma, il sale è potente come un dio: il sale, sempre ed ovunque il sale, il sale in tutte le occasioni, per tutti gli usi solo il sale.

Il popolo se n’è appropriato e, dopo averlo messo in tutti gli alimenti, lo ha ficcato perfino nelle favole, come quella del pesciolino chiamato “Sale”. Si narra che un giorno un pescatore trovò nelle reti un piccolo pesce, più prossimo ad essere una larva che non un pesce adulto. Il pesciolino, intimorito e tremante, pregò l’uomo di salvargli la vita e di ributtarlo in mare, con la promessa che, dopo un anno esatto, si sarebbe fatto ripescare più grosso e più grande che mai. L’uomo, impietosito, lo rimise in acqua. A distanza di un anno, il pescatore, forte del patto stabilito con il pesciolino, si recò in quella zona di mare ed iniziò a chiamare: “Sale, Sale, Sale!”. Il pesciolino, che intanto era divenuto un pesce grosso e grasso, non mancò di fare capolino tra le onde del mare increspato e di rispondergli, prendendosi beffa di lui:

“Cucù!… cucù!… cucù!

Ca se sale ‘n capu eri bbutu

m’eri lassatu e ti nd’eri sciutu?”.

Il pesciolino Sale, in quanto a sale, ne aveva tanto da vendere!

Incredibile a dirsi, ma l’uomo ha usato il termine “sale” anche per le sue imprecazioni e malefici. Nel passato, quando si voleva vedere un uomo sprofondare nella sfortuna più nera, gli si diceva: “Cu bbutti lu sale!”. Inoltre si riteneva che, facendo bere ad una persona un bicchiere di vino con dentro del sale, questa sarebbe impazzita. È soltanto una sciocca superstizione oppure è vero che tale mistura faccia male? Sono andato in fondo al problema ed ho interpellato un’addetta ai lavori, una gentile dottoressa in chimica, la quale ha sottoposto ad analisi l’incriminato miscuglio. Si è scoperto che dalla reazione del sale con il vino si forma etilato di sodio ed acido cloridrico. Quest’ultimo è uno dei più potenti acidi che si conoscano, tanto è vero che bastano i suoi vapori per essere letali. Pertanto, è indubbio che anche l’assunzione di una modesta quantità di vino e di sale possa alterare, seppure temporaneamente, le normali funzioni cerebrali.

A seconda dei casi, il sale può essere considerato come un elemento di benessere oppure di nocumento. Certo è che se cade dell’olio per terra, il che è malaùriu, cioè malaugurio, bisogna immediatamente buttarci sopra del sale, in modo da annullare gli effetti… malefici.

C’è chi sostiene che il sale non si debba prestare perché porta sfortuna; c’è, invece, chi afferma che, se ricevuto in prestito, bisogna restituirlo nel breve volgere di pochi giorni, in quanto porta bene.

Insomma, il sale è un elemento positivo nella vita degli uomini, oppure bisogna starne alla larga?

Una cosa è certa ed indiscutibile: il sale serve a mille usi ed è effettivamente una sostanza preziosissima. Che poi possa essere “utilizzato” come elemento apotropaico al fine di scacciare maledizioni o, nel caso contrario, di lanciarne verso qualcuno, tutto ciò fa parte della cultura e della tradizione popolare. Sta di fatto che ormai “la modernità” ha quasi del tutto cancellato le credenze d’un tempo, anche se, di tanto in tanto, riemergono dal passato con la stessa antica forza.

Si racconta, infatti, che durante il campionato di calcio 1982-83, prima dell’incontro Nardò-Maglie[1], si notò, tra lo sbigottimento della terna arbitrale e dello stesso pubblico, un assembramento di gente con la scopa in mano nelle vicinanze della porta del Nardò. Cosa era accaduto di tanto strano? Pare che un tifoso magliese, come rito scaramantico, avesse sparso del sale lungo tutta la linea di porta. Ci vollero alcuni minuti, prima che l’area piccola dei granata locali fosse spazzata scrupolosamente e bonificata dai tanti granelli di sale. Fu soltanto il caso, ma il Nardò, una volta affrancatosi da quel maleficio, vinse facilmente l’incontro, lasciando di stucco i tifosi magliesi e mandando in visibilio quelli neritini. Da allora, è buona abitudine a Nardò lanciare in campo contro gli avversari pacchetti di sale per… indebolirli e, quindi, condizionare il risultato finale. Sarà una sciocca superstizione, ma è preferibile che i tifosi lancino in campo dei pacchetti di sale, piuttosto che bottiglie di vetro, sassi, petardi e perfino razzi.

Ora sta a te, caro lettore, stabilire se il sale faccia bene o faccia male. Tutto dipende da chi lo usa e dallo scopo per cui viene utilizzato. Se il sale fosse un potente veleno, sicuramente lo userebbero alcuni generi o nuore per sbarazzarsi dell’asfissiante presenza della suocera; viceversa, quest’ultima, per sfuggire ai possibili attentati tra le mura domestiche, sarebbe costretta a mangiare, vita sua natural durante, cibi senza il gustoso sapore del… sale. Forse è proprio questo il motivo per cui certe suocere sono… insipide ed acide.

Insomma, amici miei, se non l’avete ancora capito, è necessario comportarsi in qualsiasi circostanza con giudizio ed attenzione, cioè, come asserivano gli antichi romani,… cum grano salis.  

[1] Incontro di calcio Nardò-Maglie – A quei tempi, i derby tra le squadre leccesi (Nardò, Maglie, Galatina, Gallipoli, Casarano, Tricase, Squinzano ecc.) erano molto sentiti dalle tifoserie. Prima di ogni partita, si facevano strani e curiosi riti scaramantici per scacciare fatture e malocchi dalla propria squadra e, semmai, scagliare contro gli avversari di turno le peggiori maledizioni e fascinose malie, queste ultime indirizzate soprattutto nei confronti dei portieri avversari, sperando di stordirli e di imbambolarli nei momenti decisivi della partita.