Le acque di balneazione salentine
Di Daniele Mangia
L’ARPA Puglia ha realizzato tra il 2011 e il 2014 uno specifico progetto per il monitoraggio delle acque marino-costiere salentine, come integrazione ad altri progetti regionali sullo studio dell’ecosistema marino.
In particolare, sono state indagate 44 zone costiere salentine, adottando come riferimento un elemento predominante per lo studio della qualità dell’ecosistema marino, nello specifico il valore EQB (Elemento di Qualità Biologica) del tratto di costa interessato.
Il monitoraggio dell’EQB delle macroalghe e del fitoplacton, si riferisce allo stato e alla proliferazione delle comunità biologiche marine dominate da macroalghe.
Questo parametro è legato allo stato di salute biochimico delle specie marine ed è associato anche alle misurazioni di alcuni parametri idrologici e chimico-fisici quali:
- Temperatura, Salinità, Ossigeno Disciolto, pH
- alcuni parametri indicatori di stato trofico quali Azoto Totale, Azoto Ammoniacale, Azoto Nitroso, Azoto Nitrico, Fosforo Totale, Fosforo-Ortofosfato, Clorofilla “a”, Silicati
- parametri microbiologici utili per la balneabilità delle acque, quali gli Enterococchi intestinali ed Escherichia coli.
I dati raccolti sono stati in seguito rielaborati ed aggregati secondo un metodo di calcolo denominato ”Carlit”, in cui si evidenzia il rapporto di qualità ecologico (EQR), come parametro dello stato delle acque di balneazione.
Nella figura qui sotto, tutte le zone che sono a destra della linea verde mostrano valori di EQR accettabili o ottimi, mentre solo poche aree a sinistra delle linea verde mostrano valori critici.
In particolare, il tratto costiero tra Otranto e Santa Maria di Leuca è quella che mostra genericamente i valori di EQR più alti, mentre il tratto verso il confine con la Provincia di Brindisi, oltre a quello tra Gallipoli e Santa Maria al Bagno, mostrano i valori relativamente più bassi.
Di fatto tutte le zone superano il valore “0,6”, indicato dalla norma come soglia tra lo stato ecologico “Sufficiente” e quello “Buono” (le zone n. 37 – Galatone e n. 35 – Gallipoli sud sono al limite di tale valore). Inoltre, in molte delle zone viene superato il valore “0,75”, indicato come soglia tra lo stato ecologico “Buono” e quello “Elevato”.
Questo non significa che l’area tra Gallipoli Sud e Santa Caterina siano particolarmente inquinati, ma evidenzia più che altro uno stato di malessere da parte dell’ecosistema marino, soprattutto a causa dell’attività umana durante il periodo estivo.
Infatti in queste zone c’è un grosso affollamento che in certi periodi influenza negativamente la qualità delle acque e delle specie marine.
Lo studio evidenzia come l’attività antropica possa danneggiare un ecosistema altrimenti abbastanza pulito e vitale, non dimentichiamo infatti che nella zona di Porto Selvaggio ci sono anche dei coralli, che risentono particolarmente dei cambiamenti chimico fisici delle acque.
Si spera in futuro che si possa trovare un accordo tra l’attività turistica, pur vitale per l’economia salentina e la tutela dell’ecosistema naturale.