La chiesetta scomparsa

di Adriano Margiotta

Immaginare la Galatina medievale ci costringe ad uno sforzo rivolto ad eliminare tutto ciò che ce la presenta com’è oggi, con i suoi edifici cinquecenteschi, le chiese e i palazzi che l’hanno abbellita fino agli inizi del ‘900 senza dimenticare quello che è sicuramente il gioiello, la basilica di Santa Caterina d’Alessandria, apice di quel cambiamento dal rito greco al rito latino, che ha conseguentemente oscurato altri e più antichi luoghi di culto del territorio galatinese. Basti pensare che la visita pastorale del 1538 menzionava oltre 60 chiese nel territorio (S.Pietro – chiesa matrice, S.Anna, S.Bartolomeo, S.Stefano, S.Maria della Misericordia, S.Maria dell’Annunziata, S.Giorgio, S.Angelo, S.Zebedeo, S.M.Maddalena, S.Vittore (?), S.Antonio piccolo, S.Marta, S.Salvatore, S.Croce, Spirito Santo, S.Maria del colombo, S.Giorgio, S.Maria del tempio, S.Martino, S.Antonio piccolo (?), S.Rocco, S.Nicola de Fora, S.Maria, S.Leonardo, S.Giorgio, S.Elia, Abbazia di S.Maria della Grottella, S.Eleuterio, S.Giovanni Battista, S.Cesaria (?), S.Antonio della nova (?), S.Sebastiano, S.Nicola nel casale Figurelli, S.Biagio nel casale Pisanello, S.Stefano nel casale Pisanello, S.Anna nel casale Pisanello, S.Andrea, S.Trinità, S.Biagio, S.Eufemia, S.Giovanni Evangelista, S.Venere, S.Leucio, S.Maria della Grottella, S.Nicola, S.Giovanni Battista, S.Trinità, Spirito Santo, S.Pantaleo, S.Maria Assunta, S.Basilio, S.Lorenzo, S.Leonardo nel casale Pisanello, S.Eulalia nel casale Pisanello, S.Maria nel casale di Assigliano, S.Nicola nel casale di Collemeto, S.Maria nel casale di Collemeto, S.Giovanni di Scansia nel casale di Collemeto, Abbazia di S.Mauro nel casale di Collemeto, S.Nicola di Tavelle, S.Maria di Tavelle, S.Pietro di Tavelle, S.Maria vecchia (?), S.Giacomo della porta (?), S.Antonio grande, S.Maria della candelora, S.Lucia, S.Trinità, S.Maria dei martiri) ed oggi molte di esse sono completamente scomparse o assorbite dalla forte crescita urbana che spesso cancella, modifica e trasforma ciò che ci circonda.

Galatina (LE) – Via San Francesco

A questo punto sta a noi scoprire, saper leggere nelle strade e negli edifici quello che è stato; così, come spesso mi accade, mi ritrovo nei restauri a scavare, ripulire, leggere quello che il tempo ha nascosto, quello che l’uomo ha modificato e dimenticato. Questa volta mi ritrovo su un tratto di via San Francesco, in un edificio abbandonato da oltre 50 anni e che si trova a ridosso delle mura antiche. A prima vista, o ad un occhio poco attento, potrebbe sembrare una semplice abitazione con a piano terra la bottega di un artigiano, forse un bottaio. Da una più attenta analisi si notano i segni di un’evoluzione storica dell’edificio che ha visto nel tempo vari ampliamenti e corpi aggiuntivi, tra questi sicuramente l’atrio d’ingresso voltato a botte aggiunto successivamente tra i due edifici confinanti e un tempo, con molta probabilità, la prosecuzione della strada che risalendo da Santa Caterina portava verso le mura in direzione Noha-Collepasso. Via San Francesco oggi si presenta, in prossimità di questo antico edificio, con una evidente deviazione a 90°; un tempo, invece, la stradina era rettilinea e proseguendo verso le mura delimitava un piccolo edificio a pianta rettangolare e tetto a capanna, il primo ed unico di quello che è il complesso edilizio attuale. Di che si tratta l’ho inizialmente ipotizzato ed ho avuto conferma solo successivamente durante le fasi di scavo, che ho eseguito manualmente e con il proprietario che si faceva custode di ogni singolo pezzo rinvenuto. Non mi è stato difficile ipotizzare una chiesetta medievale, visto il lungo elenco di chiese menzionate nel territorio di Galatina nella visita pastorale del 1538, ed è sicuramente uno dei vecchi edifici religiosi di cui non ritroviamo più le tracce. Avevamo bisogno di prove e proprio lì, finalmente, dove ipotizzavo la presenza dell’altare, ritroviamo i segni della sua fondazione: una piccola botola su un pavimento in “battuto”, possibile luogo per collocare qualche defunto, e un frammento scolpito in pietra, di circa 40cm ma databile tra il XIII e XIV secolo, ipotizzabile facente parte dell’altare e più precisamente del tabernacolo. Il blocco in pietra leccese richiama una bifora inquadrata in un arco ogivale acuto e rimanda alle decorazioni della vicina Santa Caterina. Null’altro è venuto fuori eccetto l’intero pavimento della chiesetta ad una quota di circa -40cm sotto l’attuale livello stradale, l’unico pavimento presente ad una quota così bassa, che, a conferma dell’ipotesi, definiva perfettamente lo spazio relativo alla piccola chiesa.

Ma qualcos’altro ci riserva il complesso edilizio oggetto di restauro. L’edificio come già detto precedentemente è frutto di un’evoluzione storico-architettonica che ha portato l’immobile a divenire un’abitazione principalmente a piano primo. È l’accesso al piano primo, infatti, che ci rende inedita la nostra scoperta. Come spesso è in uso, gli accessi ai vani scala sono spesso decorati con immagini votive, ed è proprio sulle pareti della scala che ritrovo due dipinti: uno poco visibile e un altro, posto all’ingresso e che mi sorprende, raffigura San Nicola da Mira.

Affresco

È ben visibile la figura del Santo barbuto che ha in una mano il bastone ricurvo quasi a formare una spirale e nell’altra mano tre sfere. Non voglio soffermarmi sul significato religioso della presenza di San Nicola, ma, se ce ne fosse bisogno, sull’influenza e sulla contaminazione che Galatina ha avuto nei secoli ossia dalla nascita del cantiere di Santa Caterina d’Alessandria in poi. Tra l’altro alcune storie ipotizzano una devozione al Santo da parte della proprietaria che si rivolgeva ad esso per augurare il ritorno del marito da un viaggio via mare, ma stiamo sempre vagando tra le ipotesi. L’unica certezza è la presenza unica del Santo in Galatina, difficile da ritrovare in altri luoghi e anche in altri centri del salento, a differenza della provincia di Bari e del capoluogo stesso dove il Santo non solo è il patrono ma è quel ponte virtuale con l’Oriente. San Nicola divenne nel medioevo uno dei Santi più popolari del cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati e della leggenda riguardante la resurrezione di tre bambini, grazie alla quale San Nicola fu ritenuto Santo benefattore e protettore, specialmente dei bambini.

Bassorilievo

Pensavo di aver ritrovato e scoperto ormai tutto di questo edificio, invece dalla terra emerge un altro piccolo frammento di pietra, questa volta molto più antico, ma di questo racconterò in un altro capitolo.