La Banda Musicale a Galatina
Il prestigioso gruppo musicale è diretto per molti anni dal Maestro Vincenzo Gizzi
di Rosanna Verter
La musica, si può dire, è nata con l’uomo. Lo sanno gli archeologi che hanno trovato in alcune pitture parietali raffigurazioni di danzatori e musicanti. Lo sanno gli storici dell’arte. Le corti del Rinascimento, infatti, allietavano le cerimonie con la musica. Lo sanno, inoltre gli antropologi, che studiano la musica dal punto di vista terapeutico, come nel tarantolismo. In seguito il melodramma, che irrompe nei boccascena teatrali, arriva persino nelle piazze sensibilizzando le classi meno abbienti.
L’Italia, in modo particolare quella centrale e meridionale, conosce una bella fioritura di musica bandistica sul finire dell’Ottocento. Il grande Pietro Mascagni è direttore della banda municipale di Cerignola, prima che diventi famoso con “La cavalleria rusticana” nel concorso di Sonzogno nel 1889. Anche Giuseppe Verdi, nei suoi anni giovanili, si occupa della banda musicale di Busseto. Si assiste ovunque ad un proliferare di bande musicali.
Anche Galatina, terra d’arte, cultura e civiltà, non sta a guardare. Il Comune si attiva a diffondere nella popolazione il gusto per la melodia. Il 14 aprile 1885 segna una delle date più importanti per la musica da esibire a Galatina. Una delibera riguarda l’ammissione al concerto di un tal Cesario Pantaleo Stefanelli di Vèrnole, suonatore di bombardino, che è impegnato per due anni col sussidio di £ 200 annue. Il primo anno gli fu pagato anticipatamente.
Un ruolo centrale è occupato dal M° Vincenzo Gizzi, direttore della banda “Compagnia Musicale Galatinese”. A tal riguardo, bene farebbe l’Amministrazione Comunale se intitolasse una strada a quest’importante e prestigioso Maestro che, pur essendo nato a Castel di Sangro (il 10 febbraio 1854), fa di Galatina la sua città. Il 17 novembre 1940, all’età di 86 anni, muore nella casa di sua proprietà al n° 73 di Via P. Siciliani. In seguito, i suoi figli Eugenio (professore di musica), Raffaele (tipografo), Marianna Grazia (casalinga) e Nicola (coltivatore diretto) muoiono nella casa paterna senza lasciare eredi.
Vincenzo Gizzi fa della musica una ragione di vita, di didattica, educando i ragazzi alla bellezza delle noti musicali. Il Comune gli corrisponde un compenso di £ 1.400 annue, con la conferma di cinque stagioni musicali, a cominciare dal 1 gennaio 1886. Ben presto la sua fama varca i confini provinciali. Si pone all’attenzione di molte città pugliesi, tra cui Taranto che spesse volte gli concede il privilegio di dirigere il concerto della città ionica.
Con il trascorrere degli anni, la banda musicale galatinese acquisisce numerosi consensi e stuzzica in molti musicanti il desiderio di entrare a far parte di essa.
Nel corso delle nostre ricerche, troviamo la richiesta di tal Giuseppe Cariddi, suonatore di bombardino, il quale chiede di poter usufruire dei sussidi che il Comune dà ai musicanti. Poiché il bilancio comunale non presta “succiente capienza”, la richiesta non è accettata, anche perché il Comune si è impegnato a pagare l’affitto di £ 63,57 al musicante Stefanelli.
Un’altra data nella memoria storica della nostra città è quella dell’agosto del 1885, quando il Comune avverte la necessità di provvedere urgentemente alla fornitura delle uniformi per i membri della banda musicale. Il sindaco fissa i termini in cinque giorni per esperire l’aggiudicazione provvisoria. Dalle carte affiora un episodio che val la pena di ricordare. Il maestro Gizzi si ammala, per cui il Consiglio Comunale decide che, sino a nuovo provvedimento, la Compagnia Musicale sia diretta nei concerti e nelle feste dal bandista Giovanni Battista Campa. Della disciplina, secondo il gergo, si occupa invece il bandista Vincenzo Teco. Si generano gelosie tra i membri che si finiscono col ripercuotersi negativamente sull’intero sodalizio. I musicanti propendono simpatie per il paesano Teco, determinando l’allontanamento del Campa dalla sala dei concerti.
Un altro episodio. Prima che la Compagnia Musicale si esibisca in concerto nella vicina Aradeo, si temono dimostrazioni all’interno del gruppo. Per tale motivo il sindaco dell’epoca Raffaele Papadia è costretto a sciogliere il gruppo, pensando addirittura di licenziare il maestro Gizzi. Inoltre il primo cittadino ordina ai bandisti di consegnare le uniformi e gli strumenti musicali. Sciolto il gruppo, si provvede a nominare nel febbraio 1887 una nuova commissione, composta da Filotico e Mezio, con il compito di provvedere alla fornitura di trenta nuove uniformi, poiché quelle restituite sono sdrucite e indecenti. La commissione riferisce al Consiglio Comunale che le condizioni più favorevoli sono quelle proposte dal capo sarto del distretto militare di Lecce, tale Vittorio Calasso, il quale pretende per ogni uniforme (giubba e calzone) £ 50. Il Calasso, oltre a garantire un’accurata lavorazione delle divise, s’impegna a consegnare le stesse entro venti giorni dall’ordinativo. Il Consiglio Comunale, ritenendo vantaggiosa l’offerta, delibera di chiedere al Prefetto l’autorizzazione a tale spesa. Nella stessa seduta la commissione vigilanza per la banda propone una gratificazione per i musicanti, che è così determinata: a Nicola Lazoi £ 30, a Pasquale Marra, Giuseppe Gaballo, Giuseppe Geusa, Pasquale De Gennaro, Cesario Serra, Giuseppe Cariddi e Paolo Chirenti £ 20, a Giulio De Sales £ 160, a Simone Moscara £ 50, a Gaetano Geusa £ 65, a Giovanni Nocco £ 70 e a Pietro De Gennaro £ 40.
I musicanti sono forniti di sei nuovi strumenti, tra cui un trombone, un cornetto, un basso ed alcuni strumenti riparati. L’apparato strumentale è fornito dalla ditta Vito Longo da Bari per la somma di £ 680.
La storia della Compagnia è costellata da altri episodi. Tra i tanti emerge quello di Vincenzo De Pascali, suonatore di tromba, che abbandona senza alcun motivo il gruppo musicale. Il Consiglio Comunale è costretto a surrogarlo con tale Donato Blago fu Raimondo di Gallipoli, al quale è corrisposto un compenso annuo di £ 420, l’alloggio gratuito, lo strumento e l’uniforme, questi ultimi con l’obbligo di restituirli a fine rapporto. Nonostante l’impegno molto oneroso, il Comune non può far mancare alla Compagnia Musicale un elemento importante, qual è la tromba.
Nel 1889 il gruppo musicale è costituito da appena 21 musicanti, un numero insufficiente a costituire un corpo musicale completo. Per tale motivo l’Amministrazione Comunale assume per un anno un sottocapo musico nella persona di Vittorio Corchia di Luigi, al quale è corrisposto uno stipendio mensile di £ 70, oltre all’abitazione gratuita di due camere (senza mobili) presso il locale convento di Santa Caterina. Il Corchia assume l’incarico di suonare in orchestra con il repertorio voluto dal M° Gizzi, tranne quando la banda si esibisce in giro per il paese e negli accompagnamenti funebri. Inoltre il sottocapo assume l’impegno speciale di istruire i musicanti per almeno due ore al giorno e di copiare la musica delle partiture volute dal M° Gizzi. Tutto ciò gli vale la conferma per altri tre anni.
Alcuni anni dopo, il sindaco Mario Micheli autorizza la Commissione ad assegnare il sussidio, a stipulare regolare contratto con i musicanti e ad acquistare i nuovi strumenti per £ 3.300 dalla ditta Pupo Pupeschi di Firenze.
Nel 1902 si ricostituisce la Banda che, oltre ad essere fornita di ottimi strumenti, può utilizzare due uniformi, una di piccola tenuta e l’altra di gran gala. Ora i musicanti sono quaranta. Il repertorio è scelto tra le migliori musiche antiche e moderne dal M° Vincenzo Gizzi, la cui direzione è garanzia di esecuzioni musicali accurate e molto apprezzate dal folto pubblico. Il direttore chiede ed ottiene l’inserimento nel corpo musicale di un suonatore di tromba, al quale è corrisposto un compenso mensile di £ 60.
Questa è una delle tante pagine della storia musicale galatinese, ma in seguito altre si srotoleranno dal nastro dorato della memoria cittadina.