Il Bene contro il Male

 Lo scontro finale     

L’eterna lotta tra gli ‘Opposti’

Il Bene contro il Male

di Rino Duma

Premessa

L’eterna lotta del Bene contro il Male è vecchia più di quanto non lo sia la vita dello stesso uomo. È nata esattamente con i primi vagiti dell’universo e terminerà quando ogni cosa decadrà lentamente, sino a concludersi nella fine del Tutto, a vantaggio del Nulla assoluto.

Dai primissimi agglomerati di gas sino all’attuale struttura dell’universo, si sono succeduti numerosi eventi catastrofici di materia, tutti scaturiti dallo scontro titanico di elementi e forze di opposta natura. Anche la stessa vita (intendendo per essa quella presente nell’universo lungo tutto l’arco dell’esistenza biologica) si è sviluppata in forme diverse e ha seguito un percorso analogo a quello della materia. Scontri di ogni genere si sono verificati, si verificano e continueranno a verificarsi tra specie viventi antagoniste presenti sui tantissimi pianeti dell’universo1.

Si tratta di lotte che si protrarranno ancora per milioni, se non per miliardi di anni, in cui si avvicenderanno diverse specie viventi, sempre più vivaci e sempre più intelligenti, ma, ahinoi, sempre più antagoniste, avide ed aggressive tra loro.

Da quando è comparso l’uomo sulla terra, si sono verificate dapprima schermaglie tra comunità primitive, per poi sfociare in sanguinose guerre tra città rivali, tra singoli stati e infine tra blocchi di nazioni. Oggi nel mondo si assiste inermi e impotenti ad una lotta asperrima in ogni campo della vita umana, a cominciare dalla guerra tra i potentati della comunicazione, della finanza, dell’industria, della politica e delle varie religioni. Tutto è dettato dall’innato desiderio dell’uomo di accaparrarsi la supremazia nel gruppo o nella comunità in cui opera. Come dire “homo homini lupus”2.

La struttura esistenziale del Bene e del Male

Sia il Bene che il Male presentano un analogo processo di maturazione nel loro percorso ma enormi differenze nella finalità.

L’alba e il tramonto, la giovinezza e la vecchiaia, la saggezza e l’ignoranza, la verità e la falsità, la pace e la guerra, la vita e la morte sono alcuni esempi di lotta tra Opposti nella travagliata vita umana.

Su tutti, però, svettano la Luce e le Tenebre, che rappresentano rispettivamente i contrafforti del Bene e del Male, in cui risiedono i vari Opposti.

La Luce è l’elemento basilare che dà forza e consistenza alla Ragione, la quale conduce via via all’acquisizione della Conoscenza, da cui scaturisce il Sapere. Questa fase è riferita alla prima parte del percorso che conduce al Bene. Sono in tanti gli uomini che si fermano a questo traguardo intermedio, pensando stoltamente di aver raggiunto quello finale. Anche l’educazione familiare e scolastica si fermano a questo livello centrale. Ma non basta. Per diventare uomini a tutto tondo bisogna rimettersi in viaggio per esplorare le parti più intime del proprio ‘Io’ e della stessa umanità, per ampliare ancor di più le conoscenze nobili (quelle che fanno lievitare lo spirito), per scoprire molte ‘verità velate’ ed entrare nella dimensione spirituale della vita. Ci si accorgerà che, durante questo percorso ascetico, la personalità dell’individuo cambia in positivo, diventa più luminosa, leggera, fine. Si tratta di un impegno assiduo in cui lo studio e la ricerca, spinti dal desiderio della conoscenza, non devono mai arrestarsi e mai arrendersi.

Da qui, il passo è breve per accedere nel mondo dell’Amore, che rappresenta l’anticamera che conduce allo stadio finale del Bene.

Pertanto, se gli uomini del futuro riusciranno a fondere l’idealità con la realtà, se cioè sapranno dare “scarpe alle idee” per farle camminare ed “ali alle azioni” per staccarsi dalla materialità quotidiana della vita, potranno senza alcun dubbio arrivare ad un passo dalla felicità, oggi purtroppo indistinta all’orizzonte3.

Viceversa, le Tenebre rappresentano il fosco mondo dove l’uomo vive nell’Istinto brutale, nell’Ignoranza, nell’Invidia e nella Falsità, che si consolidano, come ultimo atto, nell’Orgoglio, nell’Odio, nella Violenza e quindi nella Sopraffazione. Da tale condensato di negatività si entra in una zona esistenziale di non-ritorno, esattamente in quel mondo tetro ed opprimente, in cui impera l’assolutismo del Male.

L’uomo che vive nel Bene è innanzitutto colto e loquace, saggio ed equilibrato, sincero e pacifico, amante della propria e dell’altrui vita, positivo e propositivo.

L’uomo che vive nel Male è generalmente ignorante e, se colto, lo è esclusivamente per fini propri e giammai per quelli altrui; è taciturno e opportunista, infìdo e ingannevole, privilegia il proprio mondo interiore ed ama quello esteriore solo per trarne vantaggi, in quanto spinto da un egoismo morboso e irrefrenabile. Indossa il saio francescano, ma intanto nella sua mente si agita un ribollir di loschi e turpi intenti.

Il Bene e il Male nel pensiero degli antichi poeti, storici, religiosi e filosofi

Già poeti come Omero ed Esiodo, drammaturghi come Sofocle, Eschilo, Euripide e storici come Erodoto, Aristofane, Plutarco, Tucidide si sono largamente interessati dell’inquietante presenza del Male, da tutti ritenuto energia oscura che condiziona in negativo la vita umana. Contributi altamente significativi sono stati espressi dai filosofi greci e latini come Pitagora, Socrate, Platone, Aristotele, Democrito e Lucrezio, Seneca, Cicerone, Sallustio, ecc.

Non meno interessante è il pensiero dei grandi personaggi legati alle religioni del mondo euro-asiatico, che hanno lasciato profondi solchi nel percorso della vita umana, come Mosè, Gesù, Maometto, Buddha, Confucio ed altri.

Per Socrate, il Male è rappresentato dall’ignoranza, cioè dall’assenza di principi etici, mentre il Bene scaturisce dalla conoscenza, dalla cultura e, di conseguenza, dalla saggezza e dall’equilibrio spirituale. In pratica, l’uomo è imperfetto per natura e nasce evidenziando sintomi di cattiveria ed egoismo, nel senso che viene attratto, sin dalla tenera età, da ogni situazione che gli aggrada. Si provi a dare un biscotto a due bambini, mettendolo a pari distanza tra i due. Questi lotteranno con ogni forza per accaparrarselo. Il bambino, quindi, va corretto ed educato, in modo da fargli perdere gran parte della sua grezza struttura caratteriale, essenzialmente utilitaristica4.

Il Bene e il Male nei filosofi moderni e contemporanei

Anche Hobbes, Hegel, Kant, Nietzsche, Bauman, Schopenhauer, Popper, Eco ed altri filosofi parlano del Male come “imperfezione o impurità” presente nella nostra coscienza e quindi come “un’innata inclinazione naturale” dell’essere umano verso una vita improntata sulle cattive azioni. Il Bene, pertanto, viene considerato come un lontano traguardo da raggiungere solo dopo un faticoso percorso di vita, irto di numerosi ostacoli.

Per Nietzsche l’umanità, sin dai suoi albori, ha assorbito una struttura del Male sempre più compatta e resistente, che si è rafforzata in continuazione, al punto da essere considerata inattaccabile e infrangibile. Il filosofo sostiene che “l’uomo avverte un senso di sconfitta senza aver mai combattuto, di vuoto opprimente, di impotenza crescente, di afflizione estrema”. Tutto ciò è dovuto alla certezza che il mondo è posseduto ineluttabilmente dalle forze del Male, contro le quali non potrà individuare alcun rimedio e dalle quali non potrà più sfuggire. Nietzsche arriva all’estrema conclusione di considerare prossima la fine di ogni cosa. In una celebre sentenza afferma con grande dolore: “Dio è mortoe noi l’abbiamo ucciso!5”. Ed ha piena ragione.

Nasce spontanea la domanda che in molti si sono posti: “Perché c’è tanto male nel mondo?”.

Tutto è racchiuso nella necessità interiore di autoproteggersi per non essere sopraffatto e nelle spinte egoistiche presenti in ogni uomo6. Se queste non vengono frenate e corrette, a lungo andare le negatività si rafforzano, sino a condizionare ogni comportamento o, addirittura, sino a compromettere la vita della stessa umanità. Se cioè, lo Stato in primis e poi la scuola e la famiglia non intervengono per tempo, quei bambini prepotenti e litigiosi, di cui si parlava in precedenza, in futuro saranno risucchiati irrimediabilmente nel vortice seducente del Male.

Scrive Schopenhauer:” Noi ci illudiamo che l’oggetto desiderato (se poi realizzato) possa porre fine alla nostra volontà. Invece, l’oggetto voluto assume, appena conseguito, un’altra forma e sotto di essa si ripresenta. Esso è il vero demonio che, sotto nuove forme di desiderio, ci stuzzica in continuazione7. In pratica, i bisogni già soddisfatti ripropongono sempre nuovi bisogni in una catena infinita, la cui chiave è la perenne insaziabilità umana. Insomma, i nostri desideri non si spengono mai, perché dettati da un’inesauribile voracità del nostro Ego. Possono al limite essere attenuati e contenuti in determinati limiti, grazie ad un’accurata e continua educazione domestica, scolastica e sociale. Questa è l’unica strada da percorrere per costruire una societas sana, in cui sia lo stesso cittadino a controllare le proprie spinte egoistiche e a contenerle nei limiti dovuti. Si conoscerà la vera felicità solo quando ogni individuo riuscirà a frenare il cavallo imbizzarrito che gli scalpita dentro.

Se non s’interviene per tempo, l’umanità entrerà quanto prima in una sorta di “cecità morale”, che, purtroppo già si profila all’orizzonte. Basta dare uno sguardo alla disordinata e caotica organizzazione della società mondiale per farsi un’idea della sua instabile e pericolosa consistenza, in cui regnano indisturbati il libero arbitrio, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il mancato rispetto delle leggi e la continua usurpazione o, addirittura, la negazione di importanti diritti umani. Queste eccessive negatività stanno determinando l’appiattimento dei valori basilari, che da sempre hanno rappresentato il pilastro per una “vita migliore”.

Il Male risiede quasi sempre nelle alte sfere sociali, quelle del potere assoluto. Per potersi affermare ha bisogno di ‘produrre’ ignoranza, povertà, sofferenza, indifferenza e accettazione in coloro che si trovano a vivacchiare nei bassifondi della piramide umana. A costoro viene concesso solo il minimo indispensabile per campicchiare, ma non certamente per vivere. Questa parte di umanità (oltre il 65%) vive una vita grama, piena di sofferenze fisiche e psichiche, sempre sospesa in una situazione di “borderline”, dalla quale non riesce a sottrarsi. In pratica, queste povere genti non conoscono quale sia il vero “valore della vita”. Hanno solo un vago desiderio, confortato da una modesta speranza, di poter vivere un po’ meglio. Si rifugiano nei sogni biologici per sfuggire, almeno per poche ore, alla crudeltà della vita. Forse noi occidentali non riusciamo a cogliere pienamente il vero aspetto dell’enorme dissolutezza in cui viviamo.

L’insicurezza del mondo oggi

Non molto tempo addietro faceva da perno nella vita degli uomini una spinta morale che induceva ogni persona a realizzare almeno alcuni valori di base. Oggi, invece, siamo entrati nella complessa e difficile età dell’insicurezza e dell’incertezza, in cui assistiamo impotenti alla costante ‘liquefazione’ (per dirla come Bauman) dei valori fondanti della vita umana, basata sui forti legami affettivi familiari, interpersonali e sociali. Le tre più importanti agenzie educative arrancano e si limitano ad impartire un’educazione sommaria, evanescente e non al passo coi tempi. Esempi lampanti si trovano nel comportamento di alcuni ragazzi che contestano i prof. sino a schiaffeggiarli, oppure di frange impazzite di tifosi che picchiano a morte tifosi di parte avversa, o di ragazzacci che danno fuoco ai clochard per il solo gusto di uccidere, o delle ragazzine che si prostituiscono per poter acquistare un capo di abbigliamento firmato, o dei tanti ragazzi che borseggiano, che rubacchiano nei super market o, addirittura, finiscono nelle reti della malavita per sbarcare il lunario della loro parca esistenza, ecc. Tali atteggiamenti hanno determinato una sorta d’incantesimo, di un’ipnosi sociale sulla ragione, ormai indirizzata verso ben altri propositi. Come risultato sono emersi il senso di un fallimento esistenziale e di una resa incondizionata delle coscienze.

Le forze del Male stanno chiudendo il consorzio umano in una gabbia senza sbarre da cui è difficile evadere, o meglio in un labirinto in cui si vive una vita contrassegnata da diversi doveri, vincoli, obblighi, condizionamenti e divieti, ma con pochi e inconsistenti diritti. Ormai i cittadini del mondo sono soltanto delle “tessere” di un grande mosaico nelle mani dei vari potentati.

I nostri figli, e ancor più i figli dei nostri figli, educheranno con una visione della vita diversa da quella con cui ci educarono i nostri genitori, poiché hanno subito una “deviazione valoriale” durante il tempo della loro vita.

Sulla scorta di tale allarmante situazione si coglie da più parti la necessità di rispondere a questo male invadente con “una rinnovata filosofia dei valori” su scala mondiale.

Conclusioni

Nasce il bisogno impellente di invertire la rotta e di inventarsi un nuovo Umanesimo, con l’auspicio che nasca un “Homo Novus”, un uomo proiettato verso concrete possibilità future, un uomo con nuovi orizzonti di vita, con robusti valori condivisi da tutti, che disintossichi l’umanità dal Male dilagante mediante una purificazione lenta e incessante delle coscienze, che concorra a formare spiriti liberi, eletti e meritevoli della ‘felicità’. Un uomo che riesca a riumanizzare il “villaggio mondiale”.

Si tratta di un sogno che bisogna vivere ad occhi aperti, se intendiamo approdare sulla tanto auspicata “terra promessa”. In fondo, non si è folli se si insegue un sogno, semmai è folle chi rifiuta di entrarci. È questa l’unica opportunità a disposizione dell’uomo.

Ma immagino già, come nel lontano Far West, una lunga carovana di grandi astronavi abbandonare in tutta fretta il pianeta Terra, ormai scolorito, contaminato e agonizzante, dirette verso l’ignoto, tutte strapiene di uomini (poco umani) con la stessa speranza dei migranti d’oggi di approdare su un nuovo pianeta, ma con la stessa paura di essere respinti dai nativi per non inquinare la loro vita con i pessimi sentimenti, di cui quei terrestri saranno portatori. In questo sogno, però, è bene non calarsi mai, perché è qui, su questo sperduto granello cosmico, che dobbiamo adoperarci per edificare, tutti insieme, la vera casa dell’Uomo, quello dell’amore, della pace, della felicità. In questa dimensione troveremo ad attenderci quel Dio che tanto abbiamo bramato di conoscere e che rappresenta la meta finale del nostro sofferto tragitto terreno. Ma c’è ancora tanto da soffrire e lottare prima di sbarcare su quel fantastico mondo.

 

Note

  • Sono in molti a ritenere che nell’universo, essendoci miliardi di galassie, costituite da miliardi e miliardi di stelle, ognuna delle quali ha quasi sempre un sistema planetario, è verosimilmente possibile che ci siano milioni di pianeti su cui è presente la vita, anche se sotto forma diversa, a seconda delle caratteristiche del corpo celeste su cui si è sviluppata.
  • “L’uomo è lupo per l’altro uomo” – Plauto, L’
  • Pensiero tratto dal romanzo dello scrivente La donna dei Lumi, 25 – Editrice Salentina – 2012.
  • Mi sono posto il problema dei bambini che vengono picchiati dalle maestre nella scuola dell’infanzia e sono arrivato alla conclusione che quei ‘peperini’, il più delle volte privi di una adeguata educazione familiare, diventano, lungo tutto l’arco della giornata, ingestibili e insopportabili. Può capitare che una maestra, stressata dallo schiamazzo continuo e dai capricci dei piccoli ribelli, esploda in un scatto inconsulto di nervi. So bene che i bambini non vanno mai toccati ma solo accarezzati, però, di tanto in tanto, una salutare sgridata e, se recidivi, uno schiaffettino non fanno mica male, anzi inducono a farli desistere da certi comportamenti. La colpa è dei genitori, diversi da quelli di un tempo, ma soprattutto della maledetta e pericolosa TV che, come asseriva Karl Popper, invece di educare, diseduca quotidianamente i piccoli “giamburrasca” con programmi televisivi inadeguati e inopportuni alla loro tenera età. Pertanto, se arrestano le maestre di turno, dovrebbero anche arrestare quasi tutte le mamme del mondo, che di schiaffi danno a iosa ai loro figli. Non mi si dica che solo le mamme possono farlo, perché la sgridata e lo schiaffettino producono gli stessi effetti, sia che si tratti dalla madre o della maestra di turno. Mi auguro che il pensiero esposto non sia male interpretato dal lettore.
  • Friedrich Nietzsche – La gaia scienza.
  • Thomas Hobbes, nella sua opera “De cive” (Il cittadino), sostiene che “là dove non c’è potere condiviso non c’è legge, là dove non c’è legge, non c’è giustizia”. Essendo la vita umana connotata dallo spirito di sopravvivenza e di sopraffazione, gli uomini sono portati ad aggregarsi in grosse comunità unicamente per sentirsi protetti e, quindi, per fugare la paura di essere sopraffatti. Per tale motivo essi avvertono il bisogno di affidare le fortune della propria vita ad un unico sovrano.
  • Arthur Schopenhauer – La tragedia della vita.