Destinazione Marte

DESTINAZIONE MARTE

Elon Musk preannuncia imminenti voli di linea sul pianeta rosso

di  Antonio  Salmeri

Il messaggio che resterà nella storia. Pochi giorni fa, precisamente l’8 settembre 2024, Elon Musk, imprenditore statunitense di origini sudafricane proprietario della  casa automobilistica Tesla, del social network X (ex Twitter) e dell’azienda aerospaziale SpaceX, ha pubblicato un post sul suo profilo social per annunciare una svolta nei viaggi interplanetari: in futuro sarà possibile raggiungere Marte, e persino viverci. Riportiamo di seguito la traduzione del suo messaggio:

“Le prime astronavi destinate a Marte saranno lanciate tra 2 anni, quando si aprirà la prossima finestra di trasferimento Terra–Marte. Saranno senza equipaggio per testare l’affidabilità dell’atterraggio intatto su Marte. Se quegli atterraggi andranno bene, i primi voli con equipaggio su Marte avverranno tra 4 anni. Da lì, il tasso di volo crescerà esponenzialmente, con l’obiettivo di costruire una città autosufficiente in circa 20 anni. Essere multiplanetari aumenterà notevolmente la probabile durata di vita della coscienza, poiché non avremo più tutte le nostre uova, letteralmente e metabolicamente, su un pianeta”.

In un altro post, Musk ha poi specificato più dettagliatamente come intende affrontare il problema dei costi elevatissimi relativi al carico a bordo durante i viaggi spaziali, dichiarando che “SpaceX ha creato il primo stadio di razzo completamente riutilizzabile e, cosa ancora più importante, ha reso il riutilizzo economicamente sostenibile. Rendere la vita multiplanetaria oggi è fondamentalmente un problema di costo. Attualmente costa circa un miliardo di dollari  per tonnellata di carico utile sulla superficie di Marte. Deve essere migliorato a 100.000 dollari/tonnellata per costruire una città autosufficiente lì. Quindi la tecnologia deve essere 10.000 volte migliore. Estremamente difficile, ma non impossibile”.

In questa seconda parte dell’annuncio si comprende perché sono ancora necessari due anni per attuare il progetto, un arco di tempo comunque esiguo rispetto ai pluridecennali progetti che la Nasa e l’Agenzia Spaziale Europea portano avanti ancora oggi.

Marte, il pianeta rosso che l’uomo sogna di colonizzare. Sin dagli anni ’60, Marte è diventato la destinazione spaziale più studiata e ambita dagli astronomi dopo la Luna, il nostro satellite naturale raggiunto dalla Nasa il 21 luglio 1969 grazie all’equipaggio dell’Apollo 11 (composto da Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin). Ma perché il pianeta rosso è diventato negli ultimi decenni un chiodo fisso della comunità scientifica internazionale? Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e per noi terrestri è visibile ad occhio nudo di notte o poco prima dell’alba in buona parte dell’anno. Con un diametro di 6840 chilometri (poco più di metà di quello del nostro pianeta) e una distanza spaziale di circa 228 milioni di chilometri, ha delle caratteristiche molto simili a quelle del pianeta in cui viviamo: un giorno marziano, chiamato dagli astronomi Sol, ha una durata di 24 ore e 39 minuti; su Marte è presente poi un ciclo delle stagioni analogo al nostro, sebbene la durata di ogni stagione sia quasi doppia rispetto a quelle terrestri ( infatti un anno marziano dura 1,88 anni terrestri); il pianeta rosso è dotato inoltre di un’atmosfera propria, fondamentale per la protezione della superfice dalle radiazioni solari; infine recenti esplorazioni da sonde spaziali hanno rilevato la presenza di acqua sul pianeta, concentrata maggiormente ai poli.

Marte

A queste caratteristiche, deci- samente favorevoli per lo sviluppo della vita, ne vanno però con- trapposte altre che ridimensionano il sogno di colonizzare il pianeta rosso. In primis la bassa accelerazione di gravità (un terzo di quella che  abbiamo sulla Terra) che potrebbe causare, in chi andrà a vivere su Marte, dei problemi di salute legati alla conseguente assenza di peso. Poi bisogna tener conto della vitale questione della temperatura del pianeta (mediamente rilevata sui  meno 63 °C con minime che raggiungono anche i meno 143 °C e massime non oltre i 25 °C registrate nella stagione estiva all’altezza dell’equatore).

Infine vi è il problema dell’atmosfera marziana, che risulta composta principalmente da anidride carbonica (95%), mentre l’ossigeno è presente in quantità inferiori allo 0,2%. Solo alcune piante presenti sul pianeta Terra sarebbero in grado di sopravvivere in queste condizioni.

C’è vita su Marte? La Nasa sostiene di averla già trovata. A mantenere vivi l’entusiasmo e la speranza di un futuro in cui Marte sarà considerato come una colonia terrestre, ci ha pensato la Nasa non più di un mese fa. Infatti, stando ad una dichiarazione dell’agenzia spaziale statunitense, il Rover Perseverance (un robot mobile che dal 2020 si trova su Marte per raccogliere dati e studiare il pianeta) avrebbe trovato una roccia, definita “intrigante”, contenente tracce di vita microbica risalenti a miliardi di anni fa.

Questa scoperta sarebbe una ulteriore conferma di una teoria, sostenuta con convinzione dalla comunità scientifica, che immagina il pianeta Marte in grado di ospitare la vita fino a 3 miliardi di anni fa circa. In seguito, a causa di straordinari effetti climatici, il pianeta è cambiato sempre di più, fino a diventare come lo conosciamo oggi.

Inoltre alcuni mesi fa il radar astronomico Marsis (progettato in Italia alla “Sapienza Università” di Roma), montato sulla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea Mars Express, ha studiato la formazione Medusae Fossae, una regione del pianeta rosso che dal 2007 (a seguito di osservazioni effettuate a distanza) si sosteneva potesse contenere dei depositi anomali e non meglio precisati, probabilmente di sabbia. Il radar Marsis ha risolto il mistero ad inizio 2024, scoprendo un’area relativamente trasparente, a bassa intensità, che presenta cumuli di polveri, sedimenti e cenere vulcanica, tutti elementi che, stranamente, non si compattano fra di loro. È il forte indizio della presenza di depositi di ghiaccio, poiché il ghiaccio rappresenta l’unico elemento esistente in natura in grado di creare una densità sufficiente a separare gli elementi notati nel 2007 sul pianeta rosso. O Almeno questo è quello che possiamo pensare oggi in base alla nostra conoscenza scientifica.

Robot in esplorazione

Andare a vivere su Marte è veramente possibile? Purtroppo risulta difficile pensarlo seriamente, almeno per il momento e con la tecnologia a nostra disposizione. Andare sul pianeta rosso comporterebbe delle difficoltà enormemente maggiori di quelle previste per un viaggio sulla Luna, decisamente più breve. Sebbene il pianeta rosso sia il più simile alla Terra tra tutti quelli sinora scoperti, presenta delle caratteristiche (relative soprattutto all’atmosfera e alla temperatura) che renderebbero molto complicato lo sviluppo della vita a lungo termine. Inoltre, raggiungere Marte oggi riciederebbe un viaggio lungo dai 6 ai 9 mesi.

L’uomo, come insegna la storia, è stato in grado di risolvere questioni apparentemente impossibili e sviluppare capacità tecnologiche prima impensabili. Alla luce di ciò, è bene pensare che scienziati, visionari e uomini intraprendenti come Elon Musk facciano bene a mantenere sempre viva la speranza di solcare un giorno il suolo di Marte, ed è giusto sperare che la loro audacia possa un giorno realizzare quello che ad oggi resta un progetto utopico e costosissimo.