Cultura d’altri tempi I CANTI POPOLARI Espressione dei sentimenti della nostra gente di Piero Vinsper I canti popolari rappresentano il materiale culturale trasmesso, di generazione in generazione, sia nelle occasioni più significative sia nei momenti più quotidiani della vita. Vera espressione di cultura popolare, il canto ha segnato, in maniera profonda, il tempo delle nostre genti: l’infanzia, la fanciullezza, l’amore, il lavoro, la fede, la vita, la morte. Si cantava sempre; i bambini venivano educati al canto con le ninne nanne sussurrate dalle donne più anziane o dalle mamme. Con canti e filastrocche i fanciulli giocavano nelle corti, nelle vie, nei vicoli delle città, sulle aie, lungo le carrare (viae […]
Un fenomeno sociale scomparso definitivamente solo trent’anni fa LA “FUCIUTA” La “fuciuta” rappresentava, per alcune coppie di giovani fidanzati, l’unico modo possibile di coronare il sogno d’amore, soprattutto quando la loro unione era osteggiata dai genitori di Emilio Rubino Oggi, con la vita completamente diversa rispetto a quella di una volta, non si sente più dire in giro che due fidanzati sono “scappati via” di casa per motivi d’amore, ma un tempo… un tempo, nei nostri rigidi e sonnacchiosi paeselli di provincia, era ricorrente venire a conoscenza che Tizio e Caia erano “fuciuti de casa[1]”. Ma perché accadevano con una certa frequenza simili fatti, che oggi ci sembrano assurdi? L’indagine […]
Frutto della superstizione popolare e dell’arretratezza dei nostri avi IL FANTASTICO MONDO DEI LAURI Tramandata nei secoli attraverso racconti fantastici, la leggenda dei Lauri si era radicata facilmente nella coscienza della gente, finendo con l’entrare nella storia d’ogni giorno. di Rino Duna Gli antichi romani li chiamavano con il nome di Lares (Lari) ed erano distinti in Lares domestici e Lares publici (meglio identificati con i Mani ed i Penati). Sia gli uni che gli altri, a differenza dei nostri Lauri, erano energie positive e buone, spiriti munifici, chiamati perlopiù a difendere la casa o la città da eventi disastrosi, come guerre e pestilenze, oppure per allontanare le anime inquiete […]
Anche da morti si ostentava la propria condizione sociale I funerali dei “signori” d’un tempo Sia nel palazzo sia in strada che in chiesa si doveva osservare un rigido protocollo, al quale dovevano sottostare i parenti, gli amici e, in particolar modo, chi aveva dei rapporti commerciali con la famiglia del defunto e coloro che erano alle sue strette dipendenze. di Emilio Rubino In passato, anche l’avvenimento legato alla morte era per i ricchi del paese l’occasione per ostentare tutta la notorietà e la stima che il defunto e la sua famiglia riscuotevano nell’ambito della comunità cittadina. Più che momenti di dolore e di sconforto per la perdita del proprio […]
I soprannomi dei salentini ALLA SCOPERTA DELLE INGIURIE SALENTINE “Cucuzzari”, “Passaricchi”, “Pedi Niuri”, “Zzucàri”, “‘Uttari”, “Macari”, “Carzi larghi” e via dicendo. Ciascun paese ha il suo epiteto che ne racconta la storia, gli usi e i costumi. di Valentina Vantaggiato Non molto tempo fa, parlando del più e del meno con una ragazza appena conosciuta, alla sua domanda “Di dove sei?”, ho risposto “Otranto”. “Ah!”, ha ribattuto, “sei una fìgghia te li Turchi!”. Un po’ indispettita, le ho reso pan per focaccia, dicendole: “Piacere di conoscerti, Ciùccia”. E’ così, infatti, che sono denominati gli abitanti di Botrugno, piccolo centro di Terra d’Otranto. Credo di averla un po’ sconcertata, ma in […]
Una condizione umana umiliante e penosa ancora in essere sino agli ‘50 PADRONI E SERVI Solo da pochi decenni molte famiglie salentine si sono affrancate dalla sudditanza economica, culturale e psicologica nei confronti dei signorotti locali di Emilio Rubino Non c’è bisogno di andare troppo indietro nel tempo per comprendere i fatti che stiamo per raccontare, perché essi sono ancora vivi nel ricordo delle persone più anziane. Nella loro psiche sono ancora presenti i segni indelebili dell’antica soggezione che avevano verso i “signori” del paese, unici detentori del potere economico e politico. I racconti di questa povera gente sono infarciti di rabbia e di lacrime, sono pietre rumorose che rotolano […]
Sopravvisse al terribile colera del 1855 FRANCESCO PANO “CHIARELLA” il morto redivivo di Nardò di Emilio Rubino Prima di entrare nel vivo del discorso, è doveroso fare una breve relazione sulle condizioni di vita della gente salentina nel 1800. Ricorreva l’anno del Signore 1855 e il sole dardeggiava implacabile sugli uomini e sulle nostre assetate contrade, bruciacchiando i raccolti e rendendo marcescibili e puzzolenti i rifiuti che insozzavano le città salentine, Nardò compresa. In tali condizioni, il colera di quell’infausta annata trovò facile terreno per moltiplicarsi, esplodendo nella più acuta aggressività maggiormente negli ambienti popolari, ove la miseria, la mancanza assoluta di igiene, la promiscuità e l’incultura albergavano sovrani da […]
LE PREFICHE SALENTINE Sin dagli inizi del 1800, la tradizione salentina vantava la presenza delle “chiangimorti”, donne velate di nero che, dietro compenso, si disperavano durante i riti funebri di Valentina Vantaggiato “…Scarmigliata, sdentata, svuotata nelle occhiaie, ti ho vista gironzolare per le strade ancora in cerca di qualcuno da piangere, qualcuno che rivalutasse le tue lacrime…Ti ho raggiunta per carpire le ultime, e spero le più ardenti per il tuo addio, gocce salate dei tuoi occhi, occhi di fondali bui, occhi di vegetazioni arboree, occhi per la mia umanità…”. Sin dagli inizi del 1800, in molti centri salentini, era possibile incontrare, durante lo svolgimento dei riti funebri, coloro che […]
LA NINNA NANNA Una melodia “povera” per cullare e far dormire i piccoli di Piero Vinsper Con il termine di ninna nanna si indica quel genere di poesiole o di cantilene, che servono a far addormentare i bambini. Di queste si hanno esempi presso tutti i popoli della terra; si tratta per lo più di un componimento breve, concettualmente assai povero e privo di nessi logici. Il ritmo è monotono e cadenzato, quasi ad accompagnare il moto della culla. In età molto remota la ninna nanna era una preghiera rivolta ad antichi dèi babilonesi e sumeri. Era una tradizione orale che si trasmetteva di generazione in generazione, nel cuore della […]
CLOACA MAXIMA In Italia si va avanti nel caos più totale e senza un’adeguata programmazione sociale di Rino Duma Da quasi un trentennio nei paesi occidentali si assiste impotenti e quasi rassegnati a uno sgretolamento, lento e inesorabile, della libertà e delle regole democratiche, pre- supposti essenziali del vivere civile. L’Italia e la Grecia sono le nazioni in cui si avverte maggiormente lo stato d’insicurezza e di preoccupazione. E pensare che proprio in questi due Stati sono sorti e si sono irrobustiti il buon Governo, l’equa Giustizia e la migliore Democrazia. Da giovani studenti, abbiamo appreso sui banchi di scuola il pensiero di grandi personaggi, come Solone, Clistene, Licurgo, Pericle […]
PAPA GIUCCULATERA di Emilio Rubino Il titolo non sta a indicare la marca di un piccolo elettrodomestico, o meglio di un utensile casalingo di uso comune, bensì rappresenta un appropriato nomignolo rivolto a un sacerdote neritino vissuto nella prima metà del Novecento. La sua minuscola statura, neppure un metro e mezzo di altezza, dava l’impressione di trovarsi davanti a quel cosetto metallico che, messo sul fuoco, produce una calda e profumata bevanda, che riscalda le membra e il cuore. Bastava usare questo soprannome per individuarlo subito, mentre, utilizzando il solo patronimico, difficilmente sarebbe stato identificato. Il nomignolo “Papa Giucculatera” non era per niente offensivo della persona, ma necessario per qualificare […]
Grigoriu lu sgherru Ricordo di un simpatico bracciante neretino sempre impegnato alla ricerca di una “sciurnata” di lavoro e di un pasto caldo di Salvatore Chiffi Capita spesso, ritrovandosi dopo molti anni fra amici, di raccontare, fra una risata e l’altra, aneddoti, episodi, bravate e fatti legati a personaggi che hanno fatto da cornice della nostra adolescenza. Uno dei personaggi neritini degli anni ’60, che non manca mai nei ricordi della mia comitiva di quel tempo, è Grigoriu. Grigoriu lu sgherru1, per l’esattezza, chiamato così a causa del suo carattere sempre canzonatorio, strafottente, da spaccone, il tutto sottolineato dai lineamenti del viso rugoso e da una palpebra sempre socchiusa per […]