Cultura d’altri tempi I CANTI DI RIVALSA E DI DISPETTO Espressione dei risentimenti degli innamorati di Piero Vinsper Molti, per comodità di studio, hanno suddiviso, a seconda del contenuto, i canti popolari in canti di lode, di disprezzo, di addio, di tormento, di desiderio, di fantasia, di amore, di odio. Ma come ci si poteva odiare in tempi in cui la miseria si tagliava a fette e la si usava come companatico, ammesso che la gente in casa avesse del pane. Come ci si poteva odiare, quando le case avevano porte comunicanti per una continua assistenza a bimbi, anziani e malati sia di giorno che di notte, dall’alba al tramonto. […]
La favola di Lupo Budino di Melanton L’amico fraterno e direttore di questa bella rivista, Rino Duma, mi aveva chiesto, per il numero di Natale, di scrivere una favola. Così, per qualche misterioso percorso del pensiero, mi è tornata in mente una vecchia storia di un po’ d’anni fa, a me molto cara, che avevo pubblicato su alcuni giornali italiani e sul Corriere Canadese, diretto all’epoca dal mai dimenticato Antonio Maglio. Lupo Budino è nata precisamente nel 1997 come ‘favoletta per i bambini’, ma in questa occasione ho preferito riscriverla e riadattarla anche per i ‘grandi’, con l’auspicio che tutti, almeno a Natale, possiamo ritrovare il mai perduto desiderio di […]
C’ERA UNA VOLTA …LA CONCIA di Giorgio Lo Bue La concia delle pelli è una delle più antiche attività praticate dall’uomo sin dall’età paleolitica. Una prima rudimentale concia consisteva nello spalmare la pelle scuoiata con i grassi dello stesso animale (cervello e midollo osseo), mettendole ad essiccare al sole. Il grasso, sciogliendosi, penetrava nei pori della pelle rendendola più morbida e imputrescibile. Altri sistemi erano quelli dell’utilizzo dei fumi resinosi, dell’allume e del tannino. A Galatina, tale attività, risale ai tempi più remoti, anche se le prime notizie le troviamo nel 1400. Le informazioni si ampliano verso la fine del Settecento con la presenza di 120 commercianti di pelli[1] che […]
Cultura d’altri tempi I CANTI POPOLARI Espressione dei sentimenti della nostra gente di Piero Visper I canti popolari rappresentano il materiale culturale trasmesso, di generazione in generazione, sia nelle occasioni più significative sia nei momenti più quotidiani della vita. Vera espressione di cultura popolare, il canto ha segnato, in maniera profonda, il tempo delle nostre genti: l’infanzia, la fanciullezza, l’amore, il lavoro, la fede, la vita, la morte. Si cantava sempre; i bambini venivano educati al canto con le ninne nanne sussurrate dalle donne più anziane o dalle mamme. Con canti e filastrocche i fanciulli giocavano nelle corti, nelle vie, nei vicoli delle città, sulle aie, lungo le carrare (viae […]
IL CIBO DELL’ANIMA E L’ANIMA DEL CIBO di Antonio Mele ‘Melanton’ Ebbene sì, sono anch’io un buongustaio (un gourmet, direbbero i francesisti), anche se un po’ ruspante e piuttosto indisciplinato, di quelli cioè che conoscono ma non sempre osservano le regole dell’etichetta, concedendosi di tanto in tanto qualche innocente trasgressione, e magari, alla fine di una pietanza particolarmente gustosa, non resistono al rito tentacolare della classica “scarpetta”, a gran torto, io credo, proibita dalle talvolta sproporzionate leggi del galateo. Trovo, al contrario, che quel delizioso e casto tocchetto finale di pane e intingolo – purché fatto con grazia e con misura, s’intende – possa considerarsi come un gesto di massimo […]
La risoluzione della vertenza tra Galatina e Gallipoli per il possesso della Sacra Reliquia della mammella di Sant’Agata Con minuta di verbale di consegna del 14 febbraio 1932 (documento inedito) dell’Archivio Storico Comunale di Galatina, il Micromosaico, il Calice argenteo del XIV secolo ed il Reliquiario di Sant’Agata, per interessamento di P. Gian Luigi Blasi sono a Lui riconsegnati quale rettore della chiesa della Santa sinaitica di Domenica Specchia Sul finire del secolo XIV, il Casalis Sancti Petri in Galatina fu feudo della famiglia dei del Balzo Orsini, fautrice con Raimondello, Conte di Soleto e di Lecce e Principe di Taranto, di un’importante opera religiosa: la chiesa di S. […]
MANGIAMO ANCORA PANE E PROVERBI? di Antonio Mele / ‘Melanton’ Molte piccole cose vissute si rivelano grandi e straordinarie quando improvvise riaffiorano dalla nostra memoria, in un momento qualsiasi di un giorno qualsiasi. Sono il segno indelebile delle nostre vite forse troppo presto accantonate. Infanzie e adolescenze di cui prendiamo quasi sempre tardiva consapevolezza, stemperate peraltro dallo specchio deformante del tempo e della nostalgia, e tuttavia intensamente energetiche e illuminanti. I proverbi, per esempio. In giorni lontanissimi, eppure così carnalmente vivi da sentirne ancora il profumo, non ricordo un solo momento di conversazione, qualunque fosse l’oggetto e la circostanza, senza che mio padre ne tirasse fuori uno – folgorante e […]
Un tempo interpellare un medico non era da tutti, perché assai costoso I rimedi dell’antica medicina popolare Per guarire da malattie e prevenire ogni sorta di malanno, la povera gente faceva ricorso alla natura, a credenze e a magiche pozioni, tramandate di generazione in generazione di Emilio Rubino I nostri progenitori erano soliti porre rimedio ai più diversi mali che affliggevano la loro esistenza facendo ricorso a vari stratagemmi. Così, ad esempio, riuscivano ad impedire che il bambino facesse la pipì a letto, facendogli mangiare dei topolini fritti, o a far guarire dall’itterizia ingurgitando dei pidocchi vivi, i quali avevano la capacità (era credenza) di fagocitare il “verme” dell’ittero. Nel […]
Donne di Terra d’Otranto LE PREFICHE SALENTINE Sin dagli inizi del 1800, la tradizione salentina vantava la presenza delle “chiangimorti”, donne velate di nero che, dietro compenso, si disperavano durante i riti funebri di Valentina Vantaggiato “…Scarmigliata, sdentata, svuotata nelle occhiaie, ti ho vista gironzolare per le strade ancora in cerca di qualcuno da piangere, qualcuno che rivalutasse le tue lacrime…Ti ho raggiunta per carpire le ultime, e spero le più ardenti per il tuo addio, gocce salate dei tuoi occhi, occhi di fondali bui, occhi di vegetazioni arboree, occhi per la mia umanità…”. Sin dagli inizi del 1800, in molti centri salentini, era possibile incontrare, durante lo svolgimento dei […]
Presi a campione i registri della scuola elementare di Melendugno PEDAGOGIA E FASCISMO IN TERRA D’OTRANTO Spesso gli scolari si assentavano da scuola per non pagare la tassa sulla pagella ma anche per aiutare i genitori nei lavori stagionali in campagna, quali la raccolta delle olive, la piantagione degli ortaggi e del tabacco o per portare le pecore al pascolo di Anna Maria Colaci La letteratura critica sul Ventennio fascista è considerevole, anche in sede della storiografia pedagogica, ma non mancano sicuramente alcuni aspetti da puntualizzare, ossia in che modo e in quale misura il fascismo ebbe il consenso e a quanto contribuì concretamente la scuola di Terra d’Otranto, nello […]
UNO MONTA ‘A LUNA Quindici sono le chiamate del gioco, tante quanti sono i giorni che intercorrono tra il novilunio e il plenilunio di Piero Visper Quando le piazzette della Galatina antica erano tutte in terra battuta, sul far del crepuscolo potevi vedere frotte di bambini schiamazzanti e festosi rincorrersi, far capannello e mettersi d’accordo sullo scegliere il gioco in cui cimentarsi: a cavaddhru, barone! (a cavallo, barone!), ai quatthru cantuni (ai quattro cantoni), alla campana, alla varra (alla sbarra) oppure a una monta ‘a luna. Quest’ultimo è un gioco semplicissimo e carino insieme, che fa perno sulla repetitio, sulla emulatio, sulla inventio ed anche sulla resistenza fisica dei giocatori. […]
Breve storia del Conservatorio Femminile di Galatina L’Asilo Infantile gestito dalla Congregazione di Carità di Pietro Congedo Il 23 ottobre 1865 il Consiglio Comunale di Galatina, presieduto da Antonio Dolce, 1° sindaco della Città dopo l’Unità d’Italia, deliberò l’istituzione dell’Asilo Infantile destinato ad accogliere e custodire gratuitamente, nei giorni feriali, i bambini poveri di entrambi i sessi del Comune di Galatina, di età dai tre ai sei anni, e di provvedere alla loro educazione fisica, morale ed intellettuale nei limiti consentiti dalla loro tenera età. All’epoca mancava in Galatina un istituto per l’educazione dell’infanzia, sebbene ci fossero già, oltre all’Orfanotrofio femminile, le Scuole elementari e quelle ginnasiali, che erano state […]