Assalto alla diligenza

Assalto alla diligenza

Oltre alle perdite umane causate dal Covid, da poco s’è aggiunta un’aggressiva forma di sfruttamento da parte del sistema economico nei confronti dei cittadini: tutto questo tra il colpevole silenzio e l’impotenza dei vari Governi, che poco hanno fatto per proteggere la povera gente

di Rino Duma

“Assalto alla diligenza”, ieri

Ricordo, tra tanta nostalgia e qualche luccicone, i tempi della mia dolce fanciullezza, risalenti ai primi anni ’50. Di domenica solevamo recarci io e i miei amici Antonio Mele-Melanton, Antonio Frassanito, Giuseppe e Fernando Stefanelli, Pantaleo ed Enzo Vernaleone, Antonio Indrizzi ed altri a goderci la visione di un film in uno dei due cinema cittadini: il ‘Cavallino Bianco’ oppure il cine-teatro ‘Tartaro’. I due locali erano sempre affollatissimi, per cui eravamo costretti a recarci con un po’ di anticipo rispetto all’orario d’apertura per assicurarci i primissimi posti in platea e vivere meglio le varie scene, finendo spesso per calarci con anima e corpo nel film, come se fossimo i veri protagonisti.

Odiavamo i film d’amore, mentre preferivamo i film d’azione ambientati in determinate epoche storiche. Quelli in cima ai nostri desideri erano i film di pirati o corsari, di Ercole o Sansone, Ulisse o Ettore, Tarzan o Sandokan, Robin Hood o Riccardo Cuor di Leone, Cenerentola o Biancaneve dell’indimenticato Walt Disney, ma anche e soprattutto i film ambientati nel Far West, in cui spesso vi era la presenza di indiani ostili. Erano soprattutto questi ultimi film a riscuotere il nostro maggiore apprezzamento, tanto che spesso sceglievamo un nomignolo con cui chiamarci, come se fossimo dei guerrieri indiani o eroi americani. C’era chi si faceva chiamare ‘Nuvola rossa’, oppure ‘Toro seduto’, o ‘Cavallo pazzo’, o anche ‘Buffalo Bill’ o ‘Davy Crockett’ o ‘Capitan Miki’.

assalto-diligenza

Di tutti i film ambientati nelle vaste praterie americane mi va di ricordare “Ombre rosse”, interpretato dal grande John Wayne e la splendida Claire Trevor. Un film in cui una diligenza diretta verso un paesino del West veniva assalita da un gruppo di indiani, che fortunatamente erano respinti grazie alla reazione degli occupanti. Anche in altri film del genere ad avere la meglio erano puntualmente gli uomini della diligenza.

Poveri indiani erano sempre bistrattati e maltrattati anche nei film!

“Assalto alla diligenza”, oggi

A differenza degli assalti degli indiani nei vecchi film, la diligenza di oggi è rappresentata dalla gente comune, che sovente è attaccata e sfruttata dal gotha degli industriali e dei gruppi finanziari mondiali, da coloro, cioè, che hanno le sorti del mondo tra le loro mani. Mai che a prevalere dai continui confronti e scontri sia stato il popolo; solo sporadicamente e dopo continue pressioni gli sono stati concessi miseri zuccherini.

Spesso è accaduto, dalla rivoluzione industriale di fine ‘700 ai tempi attuali, che personaggi altolocati, potenti ma squallidi, senza alcuno scrupolo e di infima levatura umana, si siano pian piano appropriati del timone delle ‘umani sorti’. Le conseguenze sono state tragiche per i vari popoli, soprattutto per quello italiano, per via delle gravi crisi economiche provocate cinicamente e ciclicamente, durante le quali sono lievitati a dismisura i prezzi di importanti prodotti e di indispensabili servizi sociali. Risultati finali: 1) accumuli di enormi fortune da parte della finanza e industria a danno ovviamente della ‘diligenza popolare’; 2) stratificazione della società in una sorta di piramide umana, sempre più ripida e alta; 3) costituzione di fatto di una forma di neo-schiavismo.

Esempi tipici sono rappresentati dalla crisi borsistica negli Usa del 1929, che si ripercosse in Europa e anche nella nostra Italietta; quella del biennio 1973-74, che interruppe un trend positivo durato per tutti gli anni’60, tanto da far credere che le generazioni future avrebbero goduto di una crescita duratura e di uno sviluppo costante. Poi tutt’un tratto l’Opec decise di chiudere i rubinetti del petrolio, creando una crisi energetica considerevole, che durò alcuni anni, tant’è che i prezzi dei beni di prima necessità schizzarono in alto, facendo precipitare le varie economie occidentali in una profonda recessione.

Ricordo gli innumerevoli disagi degli automobilisti e ancor più dei camionisti. L’Italia intera si fermò da Trieste a Trapani. Ma il carburante c’era, si aspettava solo che trascorressero alcuni giorni perché il prezzo salisse alle stelle, per poi immettere la benzina sul mercato, ma sempre con il contagocce e a prezzi salati.

Nel 1979 si ripresentò una seconda crisi petrolifera con aspetti molto simili a quella del 1973-’74: un forte aumento del prezzo del greggio dovuto a una guerra aspra tra l’Iran del neo eletto presidente Khomeini e l’Iraq del presidente Saddam Hussein. Ovviamente anche in questo caso la lunga guerra (di posizione) determinò un brusco calo della produzione di petrolio (almeno così si fece credere) e il conseguente aumento del prezzo dello stesso, a cui seguì una forte inflazione e una considerevole svalutazione monetaria.

Ma non finisce certamente qui la storia delle crisi manipolate da menti perverse e avide di ricchezza. Le crisi del Golfo del 1990 e del 2003 confermarono lo stesso ritornello: uno scossone all’intera economia occidentale e buonanotte al secchio. Vi siete mai chiesti, cari amici lettori, il motivo della guerra in Iraq? Credo che sia sotto gli occhi di tutti: impossessarsi degli enormi giacimenti di petrolio e dettare legge sui mercati internazionali, mantenendo il prezzo del greggio su livelli molto alti.

E in tal modo gli occupanti della ‘diligenza mondiale’ dovettero subire l’ennesimo assalto alle loro misere fortune.

Non trascorsero 7-8 anni che si verificò in nord-Africa un ulteriore scossone: l’uccisione di Gheddafi, buona occasione per spartirsi l’enorme torta petrolifera tra le solite nazioni (con l’aggiunta della Francia).

Ma la storia del rovesciamento di governi eletti democraticamente dal popolo è sotto gli occhi di tutti. Il governo di Allende in Cile, poi passato nelle mani di Pinochet, il fascista. Il governo venezuelano, ad esempio, due anni or sono è stato messo a dura prova da una serie di tentativi di insurrezione (telepilotati dagli Usa), poi miseramente falliti. Cosa, invece, riuscita in Egitto, ora governato da militari filo-americani. Tutto ciò per assicurarsi potere, comando, ricchezza. Si tratta di una tendenza periodica che si ripete e si ripeterà anche nel prossimo futuro per ‘sfamare’ le bocche voraci e insaziabili degli Stati più democratici del mondo (nella parola ma non nei fatti) a danno dei soliti noti, costretti a scucire in continuazione sempre più soldi per avere pochi ma importanti servizi.

    Ora si è messo di mezzo il Covid-19, che, a parere di chi scrive, è solo un motivo di facciata, buono per giustificare la decisione dei soliti aumenti (questa volta molto consistenti) dell’energia elettrica, fortemente legata al consistente aumento del greggio.

 In casa Italia

E lo Stato italiano cosa fa di fronte a questa drammatica situazione? Nicchia, tentenna, fa intendere che prenderà opportuni provvedimenti, poi ci ripensa, ritorna ad assicurare un grosso intervento statale in modo da attenuare, seppur di poco, il pesante fardello, ma intanto gli aumenti continuano a farsi consistenti e a turbare le aspettative di vita. E quindi, ecco che, accanto agli aumenti considerevoli di benzina, gasolio, metano ed elettricità, si sono aggiunti ultimamente quelli della telefonia, vestiario, medicinali e quant’altro. Possiamo senz’altro ritenere che a breve altre merci, come ad esempio i prodotti artigianali, quelli per la casa, per l’igiene personale, quelli legati alle spese farmaceutiche, agli onorari professionali (avvocati, ingegneri, commercialisti, medici specialisti in genere), ai premi assicurativi tenderanno ad allinearsi con gli aumenti primari. Mica finiscono qui le ruberie! Assolutamente no! Tendenzialmente aumenteranno i beni di prima necessità, come pane, vino, olio, frutta, verdura, latte e suoi derivati, uova, carne, pesce ecc.

Ci sarà una inflazione esorbitante e una svalutazione monetaria consistente che creeranno non pochi disagi.

Chi ci perde in tutte queste circostanze sono i percettori di reddito fisso (impiegati, docenti, operai, pensionati, militari, personale ospedaliero, impiegati nei vari settori economici ecc.), mentre industriali, banchieri, commercianti e artigiani usano far slittare sui beni prodotti o venduti il caro-prezzi. Sino a una trentina di anni fa, in Italia c’era un piccolo salvagente a cui aggrapparsi: la ‘scala mobile’, poi definitivamente abolita nel 1992 dal governo di Giuliano Amato.

Qualche giorno fa mi sono incontrato con un bidello (oggi in pensione) della scuola media “Don Rua” di Porto Cesareo, dove ho avuto l’onore e il piacere di essere preside per due anni scolastici, esattamente dal 1998 al 2000. Dopo i reciproci complimenti, il discorso è scivolato sulla preoccupante situazione del Covid e della seria recessione economica in cui l’Italia sta per entrare. Si lamentava l’amico che la sua pensione di 1.100 € non era più sufficiente a tirare innanzi.

Nei primissimi anni 2000 riuscivo a portare avanti una vita dignitosa e, in determinati momenti, a mettere da parte anche qualche modesto risparmio…” – aggiungeva il bidello –  “…Ma oggi, oggi preside mio, tutto sta cambiando maledettamente. La mia pensione è rimasta da allora invariata e, quel che è peggio, il suo potere d’acquisto è andato via via diminuendo”.

Come non dare ragione al buon Vittorio, persona squisita sotto ogni aspetto e altamente laboriosa.

Se si prova a fare un po’ di conti, credo che in Italia siano diversi milioni di persone a trovarsi in simili condizioni, il sottoscritto compreso, che può contare su uno stipendio un po’ più corposo (ma non tanto), ma che è prossimo ad entrare in una fase di attenzione.

È una vita che pian piano sta diventando difficile per i tanti e buona, se non ottima, per i pochi.

     Si dia uno sguardo nel nostro Parlamento, dove i gufi di partito si battono per eliminare il salvifico ‘reddito di cittadinanza’ e nel contempo per tutelare i grandi interessi di uomini avidi e insaziabili, esattamente quei pochi ‘burattinai’, che, per ricompensare i ‘burattini’, hanno provveduto ad eleggerli, in cambio della loro continua riverenza e sottomissione.

Questo andazzo è presente maggiormente in Italia e in buona parte degli stati occidentali, anche se in forma attenuata.

Troppi sono stati gli errori dei governi passati che hanno svenduto a gente di malaffare i ‘gioielli di famiglia’ (poste, ferrovie, autostrade, telefonia, energia elettrica, servizi televisivi e aeroportuali, industrie siderurgiche, petrolifere e quant’altro), a gente che se n’è appropriata a dismisura e che ha costruito di fatto una montagna di fortune.

 Stavolta, però, a differenza del film “Ombre rosse”, la diligenza è assaltata non certamente da indiani, no, assolutamente no!… quelli ormai sono stati tacitati per sempre e rinchiusi nelle riserve, ma da parte di certi ‘visi pallidi’, cioè di gentaglia senza cuore, senza onore, senza alcuno scrupolo, con un portafoglio e un cervello eternamente gonfio di banconote e i propri conti bancari stracolmi di felicità… rubata.

Un giorno, presumibilmente, sarete voi a trovarvi nella diligenza con il popolo vessato a darvi una caccia spietata. La storia ce lo insegna.

Conclusione

Monito per i ‘Signori della Terra’: state attenti, briganti dai colletti bianchi, se la vostra Ricchezza non andrà a bussare quanto prima a casa della Povertà, sarà quest’ultima a bussare con forza a quella dei vostri ingordi forzieri. A tutt’oggi avete avuto la possibilità di chiudere a vostro esclusivo vantaggio i vari scontri sociali, ma non sarà per sempre.

Spartaco e Cristo non si faranno crocifiggere per l’ennesima volta!