L’interesse per la scultura pugliese dei secoli XIX e XX da parte del mondo degli studi storico-artistici ha registrato negli ultimi anni un netto aumento; non sono mancate, difatti, importanti iniziative editoriali ed espositive. Nell’orbita di questo interesse vanno inquadrati questi appunti sulla collezione di scultura conservata nel Museo Civico “P. Cavoti” di Galatina, di cui ringrazio il personale, in particolare Silvia Cipolla, per la disponibilità accordatami durante i miei sopralluoghi. Situata in un’ala dell’ex Convento dei P.P. Domenicani di Galatina – dal 2000 sede del Museo civico, dopo il trasferimento delle collezioni dalla vecchia sede di Palazzo Orsini inaugurata negli anni trenta ed attiva solo per pochi anni – […]
Storie minime nell’anno del Signore 1315 IL CAVALIERE FRANCESE SOURÉ E LA MOGLIE DI GALATINA Tornato indenne dalla campagna militare in Grecia, il cavaliere francese fece edificare, per grazia ricevuta, una cripta a S. Michele di Luigi Manni Dopo la saga dei francesi de Toucy, che dal 1269 con Anselmo e sino al 1301 con Filippotto ressero le sorti del casale di S. Pietro in Galatina, subentrò a Galatina il provenzale Ugone del Balzo, primo conte di Soleto, sposato nel 1302 con Jacopa della Marra e morto il 2 dicembre 1319, ucciso sul campo di battaglia durante l’assedio di Alessandria. Dei de Toucy, nella basilica di S. Caterina d’Alessandria di […]
Le lampe di Pippi Onesimo Subito dopo la putìa (l’esercizio) de ‘a Bòmbana, si svolta a sinistra (per chi dall’Orulogiu scinde versu l’Anime) per salire dalla via de le Moniceddhre (Via Scalfo), che, snodandosi in tutta la sua lunghezza, supera la strada de lu Spitale vecchiu (Via Siciliani) e si ferma su Via Turati, affacciandosi con candido stupore sul balcone dell’arcu de la Porta Nova. Poco prima, la Chiesa della Purità, posta proprio sulla strozzatura di Palazzo Vallone, segnala la presenza di una delle più vecchie e nobili Opere Pie operanti in Galatina: l’Istituto Immacolata. Qui le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli hanno gestito, fino a parecchi […]
Era un carissimo ragazzo, amico di tutti, poi, per cause ai più rimaste ignote, scomparve prematuramente il 28 ottobre 1966, all’età di appena trentaquattro anni. Noi lo chiameremo “Ùcciu” (che poi è il diminutivo abbreviato di “Antonucciu”, da Antonio), senza indicare il cognome, perché i fatti, che più innanzi racconteremo, potrebbero, in qualche modo, essere un pochino lesivi della sua memoria. Soltanto “Ùcciu”, quindi, perché così lo abbiamo conosciuto e frequentato, quando lui, ancora studente liceale, si univa a noi, di qualche anno più grandicelli, che già ci confrontavamo coi ponderosi testi delle varie facoltà universitarie. Era un bravo ragazzo, “sanu-sanu” – come si dice a Nardò – come l’aveva […]
TRADIZIONI CARNEVALESCHE NEL SALENTO di Valentina Vantaggiato Gli abitanti della Terra, fin dai tempi remoti, hanno dedicato un certo periodo dell’anno a manifestazioni di momentanea di allegra follia. Da ciò è nato il “Carnevale”. Questo termine deriva da “carmen levare”, che, etimologicamente, indica il primo giorno della Quaresima. Ma, sotto prescrizione ecclesiastica, questa ricorrenza è stata collocata tra l’Epifania e le Ceneri, e il suo inizio coincide, per essere più precisi, con la festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio. Sicuramente, le celebrazioni odierne, non corrispondono pienamente a quelle del passato. Un tempo, infatti, il Carnevale, valvola di sfogo per le tensioni sociali, veniva accolto con più entusiasmo da coloro […]
Prima di entrare nel vivo del discorso, è doveroso fare una breve relazione sulle condizioni di vita della gente salentina nel 1800. Ricorreva l’anno del Signore 1855 e il sole dardeggiava implacabile sugli uomini e sulle nostre assetate contrade, bruciacchiando i raccolti e rendendo marcescibili e puzzolenti i rifiuti che insozzavano le città salentine, Nardò compresa. In tali condizioni, il colera di quell’infausta annata trovò facile terreno per moltiplicarsi, esplodendo nella più acuta aggressività maggiormente negli ambienti popolari, ove la miseria, la mancanza assoluta di igiene, la promiscuità e l’incultura albergavano sovrani da secoli, o meglio da sempre, per cui il morbo falcidiò un gran numero di vite umane. Fra […]
Dopo ore di navigazione la prima persona che la luce toccava era il capitano. Era l’ultima persona che andava a dormire e la prima a svegliarsi. Timonava nella notte e la guardava in faccia: dopo anni di “strade” senza luce aveva trovato certezze senza bisogno di vederle. Parlava poco il capitano, ma quando lo faceva il silenzio che supportava le sue parole era tombale. Tutti si irrigidivano e davano massima attenzione a quello che diceva: di solito ordini. Erano rare le sue emozioni, ma vere. Quando si intravedevano avevano lo stesso effetto dell’onda lunga, travagliavano in fondo. Era una certezza anche quando fuori c’era il nulla, bastava guardare la sua […]
Nella seconda metà del ‘700 nel Regno di Napoli anche i Frati Minori della Serafica Riforma della Provincia di S. Nicolò dovettero fare i conti con la politica giusnaturalistica del governo borbonico, che tendeva ad affermare la superiorità del potere regio su quello ecclesiastico, infatti: – nel Capitolo tenuto a Lecce il 31 ottobre 1778, nel quale fu eletto Ministro Provinciale fra Andrea Correggia da Francavilla Fontana, per ordine del re fu presente il Vescovo di Lecce mons. Alfonso Sozy Carafa, in quanto il governo diffidava dei regolamenti minoritici e di coloro che il Generale dell’Ordine inviava per ispezionare i conventi e provvedere al bene dei Frati; – un reale […]
Tramandata nei secoli attraverso racconti fantastici, la leggenda dei Lauri si era radicata facilmente nella coscienza della gente, finendo con l’entrare nella storia d’ogni giorno di Rino Duna Gli antichi romani li chiamavano con il nome di Lares (Lari) ed erano distinti in Lares domestici e Lares publici (meglio identificati con i Mani ed i Penati). Sia gli uni che gli altri, a differenza dei nostri Lauri, erano energie positive e buone, spiriti munifici, chiamati perlopiù a difendere la casa o la città da eventi disastrosi, come guerre e pestilenze, oppure per allontanare le anime inquiete e malvagie (Larvae[1]) di persone morte in circostanze misteriose o che non avevano […]
L’arte dolciaria e pasticcera galatinese oggi è rinomata in tutto il Salento per la qualità, la varietà e la specificità dei suoi prodotti. Non tutti sanno, però, che essi non sono propriamente originari di Galatina, ma il frutto di un’evoluzione dovuta a una pluralità di contributi, che consistono nell’apporto di prodotti, di conoscenze e di esperienze maturate anche sul luogo. Alcuni prodotti tipici galatinesi, da tempo, sono comuni ad altri paesi della provincia di Lecce, ossia quelli generalmente attribuiti ad antiche tradizioni ‘popolari’. Molto diffusa, ad esempio, la cuddhrura (greco κολλύρα, greco volg. κολλούρα, ciambella, pane di forma rotonda)1, che secondo alcuni deriverebbe da un’antica tradizione delle comunità cristiane di […]
La concia delle pelli è una delle più antiche attività praticate dall’uomo sin dall’età paleolitica. Una prima rudimentale concia consisteva nello spalmare la pelle scuoiata con i grassi dello stesso animale (cervello e midollo osseo), mettendole ad essiccare al sole. Il grasso, sciogliendosi, penetrava nei pori della pelle rendendola più morbida e imputrescibile. Altri sistemi erano quelli dell’utilizzo dei fumi resinosi, dell’allume e del tannino. A Galatina, tale attività, risale ai tempi più remoti, anche se le prime notizie le troviamo nel 1400. Le informazioni si ampliano verso la fine del Settecento con la presenza di 120 commercianti di pelli[1] che oltre a partecipare al mercato del giovedì e alle […]
Salvatore Todaro Dopo aver letto il toccante articolo “Il Capitano” del prof. Andrea Tarantino, pubblicato sulla rivista “il filo di Aracne”, ho sentito la necessità di rievocare la storia del Capitano di Corvetta Salvatore Todaro. Il nome ai più non dirà niente, ma per chi come me ha passato gran parte della sua vita in Marina, quella di Salvatore Todaro, è un figura mitica sia per il suo grande coraggio, ma soprattutto per l’umanità profonda che è insita nell’animo di ogni marinaio. Salvatore Todaro è senza dubbio uno dei più sconcertanti personaggi della seconda guerra mondiale, denominato dagli amici e dai nemici “Il corsaro gentiluomo”. Entrato come Allievo nell’Accademia Navale […]