Gli ambasciatori dell’amore di Emilio Rubino I menestrelli sono stati nel medioevo i primi ambasciatori d’amore, esibendosi sotto la finestra della “corteggiata” con musiche e canti melodiosi e struggenti. Ma cosa succedeva nella nostra Nardò negli ultimi due secoli? In tema d’amore, i “messaggeri” o gli “ambasciatori” (da non confondere con i “traminzani”, con coloro, cioè, che s’interessano di combinare fidanzamenti o matrimoni), assumono un ruolo di primaria importanza, sicché nel solco della tradizione erotico-folklorisitca della nostra gente si è venuto a creare un vero sostrato culturale sinora tramandatoci solo oralmente dai tempi antichi sino ai nostri giorni. Gli ambasciatori dell’amore sono tanti e tanti, quanti la fantasia dei cuori […]
Medico, naturalista, poeta, letterato, patriota EMANUELE BARBA Seppe coniugare l’amore per la cultura con l’amore per la Patria. Impegnò ogni sua energia nella crescita umana della povera gente e ne condivise ogni affanno e sofferenza. di Rino Duma Ci sono pochissime figure elette nel Salento che possono gareggiare con quella di Emanuele Barba. Il gallipolino ereditò dai genitori, gente brava e onesta, i migliori valori e sentimenti umani, quali l’umiltà, la probità, l’impegno, il rispetto e, soprattutto, l’amore per il prossimo. Fu grande assertore e divulgatore dei principi libertari ed educò i giovani a impegnarsi nel lavoro, a migliorare le fortune della propria terra, a battersi per i […]
Cosa erano costrette a fare le giovani d’un tempo Donne da maritare di Emilio Rubino Il sogno o il bisogno di avere un uomo tutto per sé inizia a essere avvertito dalle ragazze ancor prima di raggiungere l’età puberale. Infatti, già nella pre-pubertà, la bambina si pone il problema di sapere come nascono i bambini e non è raro che si metta a fare la mamma o la moglie. Quando, poi, l’adolescente comincia a “mpizzutare” (età puberale), quei primi larvati desideri si tramutano in bisogni concreti e assillanti alla ricerca dell’uomo della propria vita. Ma come procurarselo? Per arrivare a ciò ogni donna fa ricorso a mille e mille espedienti. […]
COGNOMI E SOPRANNOMI DI ORIGINE GRECA di Piero Vinsper Parlare dell’origine dei cognomi è compito quanto mai arduo e difficile, e comporterebbe un discorso lungo. Molti studiosi hanno affrontato questo problema con zelo, ottenendo degli ottimi risultanti. Dirò solo, e in maniera semplice, che i cognomi derivano da nomi patronimici, matronimici, da qualità e difetti fisici, da animali domestici e selvatici, da insetti, dal nome di giorni e mesi, da numeri, da soprannomi, da sostantivi del sostrato greco, da luoghi, da città e nazioni, da arnesi dell’uso quotidiano, da mestieri e professioni, ecc. Aggiungo anzi che gli studiosi hanno stilato una certa statistica, e non sono le statistiche di stile […]
Con il pensiero rivolto sempre alla libertà, all’unità e alla prosperità della patria BONAVENTURA MAZZARELLA Fervente repubblicano e indomito patriota, dopo la sommossa napoletana del 15 maggio 1848, fonda a Lecce, con il Castromediano, il De Donno e altri rivoluzionari, il Circolo Patriottico Salentino, di cui è presidente. È eletto più volte deputato al Parlamento italiano. di Rino Duma Se non gli storici, pochi uomini sanno di Bonaventura Mazzarella e di molti dei suoi compatrioti. La storia, che da centocinquant’anni ci viene insegnata (forse perché di parte), ha inspiegabilmente sottaciuto le eroiche gesta di questo fiero e valoroso personaggio del Risorgimento meridionale. Bonaventura nasce a Gallipoli il 6 febbraio 1818 […]
Fatto realmente accaduto a Nardò nell’ultimo dopoguerra L’ALLEGRA FAMIGLIOLA Grazie alle malie e seduzioni, la donna è sempre riuscita a risolvere qualsiasi problema di Emilio Rubino Antonio, un buon padre di famiglia, tutto casa e lavoro, una mattina, approfittando della splendida giornata, decise di portare in campagna anche il figliolo, di appena sei anni, e l’avvenente moglie, oltre che l’asina. Per educazione ricevuta e per gentilezza d’animo, Antonio fece accomodare la moglie in groppa all’asina, mentre lui e suo figlio procedettero a piedi. Per arrivare nel loro piccolo podere, situato al di là della città, dovevano attraversare tutta Nardò. Tutto ciò faceva immenso piacere all’uomo, poiché avrebbe messo in mostra […]
Il Guercio di Puglia di Salvatore Chiffi Il 21 luglio 1647 la città di Nardò, in seguito alla rivolta napoletana capeggiata dal pescatore amalfitano Tommaso Aniello (Masaniello), insorse contro i dominatori spagnoli. Il popolo, guidato dai notabili della città i quali erano sostenuti dal francofilo Marchese di Acaja, chiedeva l’abolizione delle onerose gabelle imposte dal vicerè e dalle avide baronie spagnole, reclamando il diritto al pane e una vita più dignitosa. In quel tempo Nardò era governata da Giovan Girolamo II Acquaviva d’Aragona, 20° Conte di Conversano e 7° Duca di Nardò, tristemente conosciuto come “il Guercio di Puglia”. Le cronache dell’epoca raccontano che un giovane sposo, non volendo far […]
‘A canzone d’o brigante Amme pusatu chitarre e tammuri Pecchè ‘sta musica s’ha da cagnà Simme briganti e facimme paura E cu ‘a scuppetta vulimmu cantà. E mo cantammu ‘na nova canzone Tutta la gente se l’ha dda ‘mparà. Nuje cumbattimmu pe’ ‘o Re Burbone, ‘A terra è nosta e nun s’ha dda tuccà. Chi ha viste ‘o lupo e s’è miso paura Nu sape bbuono qual è ‘a verità. ‘O vero lupo ca magna ‘e creature È ‘o piemontese c’avimme a caccià Tutt’e paise d’a Baselecata Se so’ scetate e vonno luttà, pure ‘a Calabria s’è arrevutata E ‘stu nemico ‘u facimme tremmà. Femmene belle ca date lu core […]
Quannu lu sule te dave n’capu di Angelo Carlo Licci Omeopata e medico del Grande Salento Quannu lu sule te coce tutta a capu, te passane ‘nanzi l’occhi tante cose, pinsieri, gioie e le preziose, te senti ‘nu cucuddhu, ‘ncigni a zumpare, e lu tempu te passa e mancu pare. Ete comu quannu te morde la taranta, ‘na storia ‘mpizzicata, intra a lu core , li cunti ‘ntichi ca te essene de fore de quista terra salentina beddha ca ‘ndora tutta te rienu e te cuzzeddha. T’azzi a mane e mangi già lu sule, sule cu cuti, sule cu cicale, sule de […]
Centocinquant’anni trascorsi invano NORDICI E SUDICI Poco è stato fatto per attenuare l’enorme divario tra un Nord dinamico e un Sud sempre più rassegnato e impotente. L’Italia è tutt’altro che unita, anzi, a distanza di un secolo e mezzo, il gap economico-sociale tra le due comunità è consistentemente aumentato di Rino Duma Non me ne vogliano i lettori se, a bella posta, ho utilizzato il termine “sudici” per definire i meridionali: non è mio costume usare parole offensive nei confronti di qualsiasi uomo, figuriamoci se rivolte nei riguardi dei miei conterranei. Ho preso in prestito la pesante e infelice definizione dal socialista bolognese Camillo Prampolini, che, all’inizio del ‘900, ebbe […]
LA NASCITA NEL MONDO CLASSICO L’ingresso nella vita e nella società di Tullia Pasquali Coluzzi e Luisa Crescenzi Il momento più importante del percorso umano è quello del passaggio dal seno materno al seno della famiglia, ma è anche il più difficile, tanto che la sua pericolosità, sottolineata oggi dal detto popolare “Lascia il fuoco ardente e corri dalla partoriente”, veniva percepita già dai primitivi: al momento del parto uomini armati presidiavano la porta della capanna e con sonagli vari tenevano lontani gli spiriti malvagi. La donna greca e quella romana partorivano sedute, generalmente, su una sedia con un’apertura a mezza luna nel fondo; la levatrice poteva, così, intervenire manualmente, […]
LA ‘NGIURIA di Piero Vinsper Per risalire all’origine del soprannome bisogna andare indietro nel tempo. Nell’antica Roma i cittadini liberi perlopiù avevano il praenomen, il nomen e il cognomen. Il praenomen corrispondeva, per così dire, al nostro nome di battesimo; il nomen indicava la gens, complesso di più famiglie, legate tra loro da comunanza di nome, origine, costumanze (specialmente religiose); il cognomen indicava la famiglia. Le donne, invece, erano indicate solamente con il nome della gens: Julia, Cornelia, Caecilia, Octavia. Frequentemente era fra i Romani l’uso dell’adozione; colui che era adottato prendeva il nome dal padre adottivo, ma vi aggiungeva, trasformandolo in aggettivo terminante in anus, il nome della gens […]