Il giovane pellerossa
Mai rassegnarsi alla paura di non farcela, accanto a noi c’è sempre…
Leggenda indiana
C’è una bellissima leggenda della tribù degli indiani Cherokee a riguardo del ‘rito di passaggio’ dalla fanciullezza alla giovinezza, che viene raccontata ai giovani lettori.
Il padre porta il figlio nella foresta, gli mette una benda sugli occhi e lo lascia lì da solo.
Il giovane deve rimanere seduto su un tronco tutta la notte senza togliere la benda, finché i raggi del sole non lo avvertono che è mattino.
Non può e non deve chiedere aiuto a nessuno. Se sopravvive alla notte, senza andare a pezzi, sarà un UOMO. Non può raccontare la sua esperienza ai suoi amici o a nessun’altro perché ogni giovane deve diventare uomo da solo. Il ragazzo è chiaramente terrorizzato … sente tanti rumori strani attorno a lui. Ci sono senz’altro bestie feroci che lo circondano. Forse anche degli uomini perversi che gli vogliono male.
Il vento soffia forte tutta la notte e scuote il tronco su cui è seduto, ma lui va avanti coraggiosamente, senza togliere la benda dagli occhi.
Ode un ululato lontano, che gli incute gran paura, ma lui non desiste dal giuramento fatto a suo padre e a sé stesso. Potrebbe togliere la benda e affrontare le bestie feroci, nella spe-ranza che riesca a sopraffarle.
Una vocina tremula e insicura lo incita a desistere e a liberarsi dalla fascia: “Non è ancora il momento di dimostrare il tuo coraggio. D’altra parte nessuno ti è accanto e perciò slegala, perché gli ululati di lupi si avvicina sempre di più. Avrai numerose occasioni per dimostrare il tuo grande valore. Suvvia togli la benda e sali sull’albero più alto, ma sbrìgati e non esitare un solo istante”.
Poi, un’energia forte e sicura lo sgrida: “Non lo fare, resisti!… L’alba sta per sorgere e presto potrai essere abbracciato dai tuoi genitori e acclamato dai compagni e dai vecchi. Su di te si poseranno gli sguardi di cento belle fanciulle, che ti vorranno avere come loro sposo. Non soccombere, non dare ascolto ai cattivi consigli, non essere pavido! Belve non ci sono nei dintorni, i loro ululati trovano forza nella tua paura. E quand’anche ci fossero lupi e orsi, affròntali con forza e coraggio, urla e non smettere mai di agitarti. Saranno loro ad avere paura di te. E ricorda che accanto hai un uomo che vuole sostituire l’insicurezza del bambino che è in te. Abbandonalo e vivrai tra tanti onori. È l’unico modo per diventare un vero Cherokee!”
Il giovane indiano decide di non arrendersi alla paura e alla vita, anche perché, se lo facesse, sarebbe poi ignorato dai suoi amici e, soprattutto, verrebbe schiaffeggiato da sé stesso.
Finalmente, dopo una notte terrificante, esce il sole e il ragazzo, anzi l’uomo, si toglie la benda dagli occhi. Ed è così che si accorge che suo padre è seduto su un altro tronco a fianco a lui. È stato di guardia tutta la notte proteggendo suo figlio da qualsiasi pericolo. Il padre era lì, anche se il figlio non lo sapeva.
Morale del racconto
“Anche noi non siamo mai soli. Nella notte più terrificante, nel buio più profondo, nella solitudine più completa, anche quando non ce ne rendiamo conto, il Padre non ci abbandona mai, e fa la guardia … seduto sul tronco a fianco a noi”.