Il progetto fu ideato dall’ing. Armando Stasi
IL “CAVALLINO BIANCO”
il teatro dei veglioni e degli spettacoli
La struttura fu inaugurata il 3 febbraio 1949 alla presenza dell’impresario Antonio De Gioia, del sindaco Carmine D’Amico, delle autorità pugliesi e di un folto pubblico
di Giorgio Lo Bue
Il Teatro Cavallino Bianco fu ideato nel febbraio 1947 dopo una meravigliosa e indimenticabile serata danzante. I soci Carlo Guido e Attilio Distante, incoraggiati dal successo, decisero di costruire, insieme ad altre persone facoltose, l’attuale Cavallino Bianco con una spesa preventiva di 110 milioni di lire, che, all’epoca, era considerata un’enorme somma di denaro.
La grande e vera inaugurazione avvenne soltanto due anni dopo, esattamente il 3 febbraio 1949, con l’opera lirica il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, alla presenza dell’impresario Antonio De Gioia, del sindaco di Galatina, Carmine D’Amico, e di diverse autorità politiche e religiose.
La grande costruzione era dotata di un foyer di oltre seicento metri quadri, di una platea, di due serie di palchi e di due loggioni che insieme potevano ospitare sino a mille duecento persone. Il primo progetto fu affidato all’ing. Giuseppe Basile di Bari, ma in seguito fu l’ingegnere galatinese Armando Stasi ad interessarsi di definire l’opera nei dettagli e di costruirla.
Colei che decise di denominare la struttura con il nome di “Cavallino Bianco” fu la moglie di Attilio Distante, dopo aver assistito, a Bari, ad una commedia nella quale era rappresentato un piccolo cavallo bianco.
Il progetto architettonico non fu studiato nei minimi particolari, tanto è vero che solo dopo la serata inaugurale si accorsero della scarsa profondità del palcoscenico. Questo grave inconveniente fu superato abbattendo il muro esterno ed allungando la struttura di sette-otto metri a scapito della strada.
L’entrata principale del cinema era alle spalle di quella attuale. Oggi, purtroppo, è nascosta da un edificio che è stato costruito negli anni ’80 e che ha sgraziato l’intera costruzione.
Durante il periodo estivo, le proiezioni del film avvenivano nell’ampia e confortevole Arena Cavallino Bianco (cinquecento posti a sedere). Al suo posto, ahinoi, è stato edificato, negli anni ’70, un enorme palazzo di sei piani, che ha inghiottito, per buona parte la vecchia struttura.
Un’altra curiosità. Nella parte retrostante dell’edificio (lato nord) operavano un buon ristorante ed un piccolo albergo, entrambi gestiti dal sig. Indràccolo, dove pernottavano artisti e cantanti.
Dopo l’avvento della televisione, anche il Cavallino Bianco conobbe, intorno agli anni ’70, la crisi epocale dei cinematografi. Nonostante le varie difficoltà, il cinema galatinese continuò ad essere frequentato e a vivacchiare,soprattutto grazie alla sua storia. Infatti, dalla meta degli anni 50’ e per tutti gli anni ’60, il Cavallino Bianco ascese alla cronaca regionale per le numerose e qualificate attività legate al mondo dello spettacolo. Tra le più importanti, si ricordano le serate danzanti, gli indimenticabili veglioni, rappresentazioni teatrali e tante altre rassegne e conferenze. Purtroppo, verso la fine degli anni ’90, anche quell’indimenticabile struttura (la “bomboniera”, così era chiamata dai galatinesi) fu costretta a calare definitivamente il sipario.
Un velo di nostalgia mi assale nel riprendere i ricordi legati ai tanti veglioni, tra cui il più importante ed atteso da mezza Puglia era il famosissimo Veglionissimo della Stampa, a cui parteciparono l’indimenticabile Domenico Modugno, la nascente star del momento, Mina, l’intramontabile Peppino di Capri, la seducente Ornella Vanoni, il bravissimo Alighiero Noschese ed altri importanti cantanti e showman.
Non meno interessanti furono altri veglionissimi, tra cui annoveriamo il Veglionissimo dello studente, organizzato dai ragazzi del Liceo Classico “P. Colonna”, il Veglionissimo Azzurro, organizzato dai maturandi dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta”, il Veglionissimo della Caccia, organizzato dal Circolo Cacciatori ed infine il Veglioncino dei Bambini.
Non sono mancati i concerti di musica leggera o classica, festival di voci nuove, come quello presentato dal popolare Pippo Baudo il 7 e l’8 giugno del 1969.
Incamminandoci verso i nostri tempi, rimane indimenticabile la serata del 12 febbraio 1980. Un avvenimento eccezionale, forse il più importante che la nostra città ricordi nella seconda metà del Novecento.
A Galatina giunse il “Living Theatre” per rappresentare il musical Antigone di Sofocle di Bertolt Brecht, per la regia di Judith Malina e Julian Beck.
Lo spettacolo fu presentato al Cavallino Bianco ed organizzato dalla compianta Preside, prof.ssa Paola Calabro, allora presidente del Circolo A.R.C.I. galatinese (Associazione Ricreativa Culturale Italiana).
La tecnica usata dal Living fu quella dello “straniamento” totale ed assoluto e dell’interpretazione di un lavoro veramente originale e libero, che fu molto apprezzato dai galatinesi, abituati ad un tipo di spettacolo asfittico e stagnante e non educati alla decodificazione del linguaggio gestuale degli attori.
Il messaggio che gli attori avevano dato agli studenti universitari presenti allo spettacolo era stato: «La rivoluzione passa attraverso una scelta individuale intima ma anche estetica: quella della vita, della poesia e dell’amore». Essi, quindi, intendevano per rivoluzione anche lo spettacolo, nel quale l’attore e lo spettatore vivevano le stesse emozioni.
Insomma, attore, testo e pubblico si fondono insieme e realizzano, anche se per la sola durata dello spettacolo, il sogno e il modello di una società più libera e più giusta.
Molto interessante la conferenza tenuta dallo scienziato Antonino Zichichi, che, nel giugno del 1985, trattò, di fronte ad un pubblico delle grandi occasioni, la tematica “Scienza e fede al servizio della pace”.
Un’altra presenza molto significativa a Galatina, è quella della Compagnia Teatrale Scenastudio, che operò nella nostra città dal 1988 fino a giugno 2000.
La Compagnia, grazie al direttore Antonio De Carlo, offrì importanti progetti teatrali che coinvolsero il pubblico con spazi e linguaggi eterogenei, con spettacoli che andavano dal teatro drammaturgico a quello comico o musicale. Questi progetti-teatrali furono realizzati in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, l’ETI, l’AGIS-CTA, l’Amministrazione Provinciale di Lecce ed i comuni di Galatina, Lecce, Calimera, Galatone, Gallipoli, Maglie, Melendugno, Nardò e Taviano.
La prima stagione teatrale ebbe inizio il 14 gennaio 1988, al Cavallino Bianco, con la rappresentazione di un programma molto impegnativo, costituito da nove famosi spettacoli, con prezzi molto contenuti per incoraggiare la gente a parteciparvi.
Gli spettatori accorsero numerosi e non delusero le attese degli organizzatori.
La prima opera rappresentata fu “Fatto di cronaca” di R. Viviani, regia di M. Scaparro.
Fra le altre opere presentate ricordiamo:
– “Lazzaro” (31.3.’89) e “Il berretto a sonagli” (14.4.’93) di Pirandello;
– “Le troiane” (29.1.’90) di Euripide;
– “Mandragola” (6.4.’90) di Machiavelli;
– “Sogno di una notte di mezza estate” (28.1.’91) di Shakespeare;
– “L’impresario delle smirne” (8.1.’92) di Goldoni;
– “La scuola delle mogli” (7.4.’92) di Molière;
– “L’importanza di chiamarsi Ernesto” (20.1.’93) di Wilde.
L’ultimo spettacolo, da me organizzato, è stato quello dell’ITC “M. Laporta” di Galatina il 6 giugno 2000. Quella mattina gli studenti si esibirono facendo teatro e pizzica.
Subito dopo il Cavallino Bianco fu definitivamente chiuso e la sua superficie di 2130 mq., più 310 mq. di cortili scoperti, 115 mq. di palchi e altri 645 mq. di abitazione furono completamente abbandonati.
Convinto della necessità che Galatina debba avere un contenitore ricreativo e culturale, Più volte, in qualità di consigliere comunale dell’opposizione, lo scrivente ha convocato la IV Commissione Consiliare e presentato diverse interpellanze al Sindaco per restituire alla città il Cavallino Bianco e farne un contenitore culturale e ricreativo.
Finalmente la mia idea è stata avallata dalla maggioranza, cosicché il Consiglio Comunale dell’11 giugno 2004 ha deliberato l’acquisto dell’immobile e il 28 novembre 2004 è stato stipulato l’atto di acquisto.
Purtroppo da quella data a tutt’oggi la struttura è stata completamente abbandonata e, nonostante qualche vaga promessa della Provincia e della Regione, continua a subire l’incuria del tempo, degli attuali amministratori comunali e dei tanti vandali che, infiltrandosi facilmente, la deturpano e la razziano in continuazione.
Speriamo che qualcosa si muova e i galatinesi possano a breve riavere l’indimenticabile “Bomboniera”.