13 gennaio 1960: una donna canuta, con un viso bello, nonostante gli 84 anni, su un corpo sformato, giace in un letto di una clinica romana. Vicino a lei il figlio Walter e l’amico Palmiro Togliatti. Una donna che in amore ha donato, in una vasta apertura umana, molto, muore povera e sola “perché nessuno si è mai sentito la forza di arrivare sino in fondo alla sua anima e di sostenerla intera, quella sua anima ricca e veggente”. Per la morte di questa donna Eugenio Montale scrive: “Sopravvissuta a tante tempeste portava ancora in sé, e imponeva agli altri, quella fermezza e quel segno di dignità che erano stati […]
Le fortune dell’umanità stanno esattamente in ciò che di buono l’uomo riuscirà a costruire nell’interesse e per il bene di tutti, nessuno escluso. Può arrivare a tanto solo se sarà capace di svestirsi degli abiti di eccessivo personalismo, di falso perbenismo e di sfacciata preclusione verso il prossimo. Gli esempi sono molteplici. Come primo passo non bisogna ostentare con fierezza e supponenza di essere ebreo, oppure musulmano, induista, cristiano, ma sarebbe opportuno che ognuno accogliesse la propria fede dentro di sé e frequentasse la sinagoga, la moschea, il tempio, la chiesa quando vuole e come vuole. Ognuno preghi ed invochi il suo Dio, ma mai, dico mai, imprechi contro […]