LA MESSAPIA E I MESSAPI di Maurizio Nocera È accertato che ancor prima del VI-V sec. a. C., in questo territorio che noi oggi chiamiamo Salento e che un tempo invece i nativi chiamarono prima Japigia poi Terra d’Otranto, viveva un popolo pacifico e laborioso. Pacifico perché, secondo quanto sappiamo dagli autori antichi, i Messapi non aggredirono mai alcun altro popolo; e poi laborioso, perché tutto il loro operare fu incentrato sulla costruzione delle loro città e sulla pastorizia e la coltivazione della terra. Ancora oggi quando si vuole raffigurare simbolicamente la laboriosità dei Messapi si ricorre ad un oggetto che fu per loro di uso quotidiano: la trozzella, un […]
SAN CRICORIU CU “LA SARDA ‘N BOCCA” di Emilio Rubino Il Meridione d’Italia – come si sa – durante il periodo estivo, soffre di tanta sete. L’acqua è un elemento molto prezioso per le campagne assolate, per le colture sitibonde che facilmente vanno in malora, con gravissime conseguenze economiche per le nostre popolazioni, che vivono di agricoltura e da essa traggono i mezzi di sussistenza. L’acqua, insieme all’aria, alla luce e al calore del sole, è uno degli elementi indispensabili ed insostituibili alla vita. Quando, pertanto, per una prolungata mancanza di acqua, dovuta essenzialmente alla siccità, si crea uno scompenso nella quantità di questo elemento vitale, l’organismo ne soffre prima, […]
TORRE VADO “Ferma il pie’, passegger, non dar più passo, chè qui trovi commode rimesse: Don Annibal Capece il qual ci eresse, ci destinò pel forestier, lo spasso. Aprile 1709” E’ questo il saluto con cui un tempo gli abitanti del luogo accoglievano il forestiero, diretto in pellegrinaggio al Santuario di S. Maria di Leuca, per indurlo a fermarsi e godere dei cibi sopraffini e dell’estrema ospitalità. La torre insiste nella splendida marina di Torre Vado, oggi amena e rinomata località balneare, situata nel basso versante ionico, a pochissimi chilometri dal Capo di Leuca. La struttura, alta 12 metri, sorge a pochi metri dalla battigia su un ampio […]
TORRE DEI PALI Torre dei Pali è una località balneare del comune di Salve. È situata nel basso Salento, a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca e da Gallipoli. La torre è una delle numerose opere costiere di avvistamento fatte costruire nel XVI secolo da CarloV per difendere il territorio salentino dalle invasioni dei pirati saraceni. Riguardo alla posizione, essa comunica visivamente con Torre Vado a sud e Torre Mozza a nord. Per alcuni studiosi, la struttura fu costruita sulla terraferma, a pochi metri dalla battigia; in seguito, grazie alla continua erosione del mare, la torre rimase inglobata totalmente nelle acque. Per altri, invece, lo scoglio su cui fu […]
Giulio Antonio Acquaviva Il cavaliere era intervenuto in difesa della gente di Soleto e Galatina contro i turchi di Piero Tre Il 7 febbraio 1481 con i Turchi ad Otranto, Galatina e la vicina Soleto vengono attaccate dalla cavalleria turca. Quel giorno infausto per le popolazioni del luogo finisce in una razzia generale, che porta bottino e schiavi per l’Oriente. Il generale Giulio Antonio Acquaviva, che aveva sposato una delle figlie di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, sentitosi colpito in prima persona dall’accaduto, reagisce inseguendo le truppe turche. L’antefatto La leggenda di Otranto parte da un importante fatto storico. Maometto II è desideroso di veder sventolare in un porto del […]
L’ANTICA ABBAZIA DI SAN MAURO NELL’AGRO DI SANNICOLA DI LECCE di Maurizio Nocera Intorno all’anno 1000, oggi nell’agro di Sannicola ma un tempo nell’antico agro di Gallipoli, sulla collina dell’Alto Lido, a due km dalla ‘Città bella’, fu costruita l’abbazia di san Mauro, luogo di culto per monaci e fedeli di rito greco-ortodosso. Chi per primo informò gli studiosi dell’esistenza di questa abbazia fu Antonello Roccio il quale, in un suo manoscritto, oggi conservato nella Biblioteca civica di Gallipoli, intitolato Notizie memorabili dell’antichità della fedelissima città di Gallipoli (1640), a carta 303, scrive: «San Mauro, intorno al 1519, anno in cui sull’abbazia officiava ancora l’ultimo abate, e[ra] rovinata senza [altri] […]