Anche da morti si ostentava la propria condizione sociale I funerali dei “signori” d’un tempo Sia nel palazzo sia in strada che in chiesa si doveva osservare un rigido protocollo, al quale dovevano sottostare i parenti, gli amici e, in particolar modo, chi aveva dei rapporti commerciali con la famiglia del defunto e coloro che erano alle sue strette dipendenze. di Emilio Rubino In passato, anche l’avvenimento legato alla morte era per i ricchi del paese l’occasione per ostentare tutta la notorietà e la stima che il defunto e la sua famiglia riscuotevano nell’ambito della comunità cittadina. Più che momenti di dolore e di sconforto per la perdita del proprio […]
I soprannomi dei salentini ALLA SCOPERTA DELLE INGIURIE SALENTINE “Cucuzzari”, “Passaricchi”, “Pedi Niuri”, “Zzucàri”, “‘Uttari”, “Macari”, “Carzi larghi” e via dicendo. Ciascun paese ha il suo epiteto che ne racconta la storia, gli usi e i costumi. di Valentina Vantaggiato Non molto tempo fa, parlando del più e del meno con una ragazza appena conosciuta, alla sua domanda “Di dove sei?”, ho risposto “Otranto”. “Ah!”, ha ribattuto, “sei una fìgghia te li Turchi!”. Un po’ indispettita, le ho reso pan per focaccia, dicendole: “Piacere di conoscerti, Ciùccia”. E’ così, infatti, che sono denominati gli abitanti di Botrugno, piccolo centro di Terra d’Otranto. Credo di averla un po’ sconcertata, ma in […]
Una condizione umana umiliante e penosa ancora in essere sino agli ‘50 PADRONI E SERVI Solo da pochi decenni molte famiglie salentine si sono affrancate dalla sudditanza economica, culturale e psicologica nei confronti dei signorotti locali di Emilio Rubino Non c’è bisogno di andare troppo indietro nel tempo per comprendere i fatti che stiamo per raccontare, perché essi sono ancora vivi nel ricordo delle persone più anziane. Nella loro psiche sono ancora presenti i segni indelebili dell’antica soggezione che avevano verso i “signori” del paese, unici detentori del potere economico e politico. I racconti di questa povera gente sono infarciti di rabbia e di lacrime, sono pietre rumorose che rotolano […]
Sopravvisse al terribile colera del 1855 FRANCESCO PANO “CHIARELLA” il morto redivivo di Nardò di Emilio Rubino Prima di entrare nel vivo del discorso, è doveroso fare una breve relazione sulle condizioni di vita della gente salentina nel 1800. Ricorreva l’anno del Signore 1855 e il sole dardeggiava implacabile sugli uomini e sulle nostre assetate contrade, bruciacchiando i raccolti e rendendo marcescibili e puzzolenti i rifiuti che insozzavano le città salentine, Nardò compresa. In tali condizioni, il colera di quell’infausta annata trovò facile terreno per moltiplicarsi, esplodendo nella più acuta aggressività maggiormente negli ambienti popolari, ove la miseria, la mancanza assoluta di igiene, la promiscuità e l’incultura albergavano sovrani da […]
LE PREFICHE SALENTINE Sin dagli inizi del 1800, la tradizione salentina vantava la presenza delle “chiangimorti”, donne velate di nero che, dietro compenso, si disperavano durante i riti funebri di Valentina Vantaggiato “…Scarmigliata, sdentata, svuotata nelle occhiaie, ti ho vista gironzolare per le strade ancora in cerca di qualcuno da piangere, qualcuno che rivalutasse le tue lacrime…Ti ho raggiunta per carpire le ultime, e spero le più ardenti per il tuo addio, gocce salate dei tuoi occhi, occhi di fondali bui, occhi di vegetazioni arboree, occhi per la mia umanità…”. Sin dagli inizi del 1800, in molti centri salentini, era possibile incontrare, durante lo svolgimento dei riti funebri, coloro che […]
LA NINNA NANNA Una melodia “povera” per cullare e far dormire i piccoli di Piero Vinsper Con il termine di ninna nanna si indica quel genere di poesiole o di cantilene, che servono a far addormentare i bambini. Di queste si hanno esempi presso tutti i popoli della terra; si tratta per lo più di un componimento breve, concettualmente assai povero e privo di nessi logici. Il ritmo è monotono e cadenzato, quasi ad accompagnare il moto della culla. In età molto remota la ninna nanna era una preghiera rivolta ad antichi dèi babilonesi e sumeri. Era una tradizione orale che si trasmetteva di generazione in generazione, nel cuore della […]
CLOACA MAXIMA In Italia si va avanti nel caos più totale e senza un’adeguata programmazione sociale di Rino Duma Da quasi un trentennio nei paesi occidentali si assiste impotenti e quasi rassegnati a uno sgretolamento, lento e inesorabile, della libertà e delle regole democratiche, pre- supposti essenziali del vivere civile. L’Italia e la Grecia sono le nazioni in cui si avverte maggiormente lo stato d’insicurezza e di preoccupazione. E pensare che proprio in questi due Stati sono sorti e si sono irrobustiti il buon Governo, l’equa Giustizia e la migliore Democrazia. Da giovani studenti, abbiamo appreso sui banchi di scuola il pensiero di grandi personaggi, come Solone, Clistene, Licurgo, Pericle […]
PAPA GIUCCULATERA di Emilio Rubino Il titolo non sta a indicare la marca di un piccolo elettrodomestico, o meglio di un utensile casalingo di uso comune, bensì rappresenta un appropriato nomignolo rivolto a un sacerdote neritino vissuto nella prima metà del Novecento. La sua minuscola statura, neppure un metro e mezzo di altezza, dava l’impressione di trovarsi davanti a quel cosetto metallico che, messo sul fuoco, produce una calda e profumata bevanda, che riscalda le membra e il cuore. Bastava usare questo soprannome per individuarlo subito, mentre, utilizzando il solo patronimico, difficilmente sarebbe stato identificato. Il nomignolo “Papa Giucculatera” non era per niente offensivo della persona, ma necessario per qualificare […]
Grigoriu lu sgherru Ricordo di un simpatico bracciante neretino sempre impegnato alla ricerca di una “sciurnata” di lavoro e di un pasto caldo di Salvatore Chiffi Capita spesso, ritrovandosi dopo molti anni fra amici, di raccontare, fra una risata e l’altra, aneddoti, episodi, bravate e fatti legati a personaggi che hanno fatto da cornice della nostra adolescenza. Uno dei personaggi neritini degli anni ’60, che non manca mai nei ricordi della mia comitiva di quel tempo, è Grigoriu. Grigoriu lu sgherru1, per l’esattezza, chiamato così a causa del suo carattere sempre canzonatorio, strafottente, da spaccone, il tutto sottolineato dai lineamenti del viso rugoso e da una palpebra sempre socchiusa per […]
10 giugno 1918 di Marcello Urso Erano ormai le quattro e trentanove di una mattina calma e muta di fine primavera, quando dove nessuno mai avrebbe preveduta simile cosa, motobarche nuove ad una angolazione sconosciuta videro sopra Otranto la nera traccia di fumo d’una ciminiera. Rizzo virò a sinistra ed, accostato alquanto il mezzo suo a quello accanto, mandò una voce: “Peppe, hai lo stato attuale della Squadra? Cristo santo, non penso il Nino Bixio già arrivato giù delle coordinate cositanto”. Giuseppe Aonzo prese la tabella, la consultò; poi disse: “Non è quella” Entrambi della classe ottantasette Avevan Rizzo e Aonzo trentun anni: ma l’un nel grado […]
Nelle preghiere, nei ricordi, nei sogni il mio pensiero è rivolto sempre a te Amate e dolce Madre di Rino Duma Ho avvertito il bisogno, in occasione dell’approssimarsi del Santo Natale, di rivolgere un caro saluto alla mia cara e indimenticabile mamma e, di riflesso, a tutte le mamme di questo mondo, nessuna esclusa. Mi sovviene spesso di incontrarla idealmente, soprattutto quando sto giù di corda. Le rivolgo i pensieri più profondi e teneri, inconfessabili ad altre persone. Me la ritrovo accanto allo stesso modo di quando mi seguiva passo passo durante i miei primi incerti anni di vita. Bastava la sola sua presenza per riaccendermi la luce in fondo […]
Mino De Santis La voce del Salento di Giuseppe Magnolo Dialetto e identità. Capita spesso nella saggistica di utilizzare il mezzo linguistico per mettere in evidenza, o anche per difendere, una certa idea di identità salentina, che passa attraverso consuetudini, tradizioni culturali, modalità espressive particolari. Si enfatizza l’uso del dialetto esaltandone l’immediatezza, il richiamo alla concretezza, il tono di familiarità che sempre contraddistingue l’approccio di chi si rivolge agli altri senza la freddezza dei paraventi pseudo-linguistici offerti dalla lingua nazionale, che inibiscono un rapporto di spontanea confidenzialità. Questa sensazione di contatto immediato è ciò che dapprima viene in mente ascoltando le canzoni di Mino De Santis, accompagnata dall’idea di […]