Intorno all’anno 1000, oggi nell’agro di Sannicola ma un tempo nell’antico agro di Gallipoli, sulla collina dell’Alto Lido, a due km dalla ‘Città bella’, fu costruita l’abbazia di san Mauro, luogo di culto per monaci e fedeli di rito greco-ortodosso. Chi per primo informò gli studiosi dell’esistenza di questa abbazia fu Antonello Roccio il quale, in un suo manoscritto, oggi conservato nella Biblioteca civica di Gallipoli, intitolato Notizie memorabili dell’antichità della fedelissima città di Gallipoli (1640), a carta 303, scrive: «San Mauro, intorno al 1519, anno in cui sull’abbazia officiava ancora l’ultimo abate, e[ra] rovinata senza [altri] monici, solum con l’Abate, quale rende circa ducati 100 l’Anno». Alcuni secoli dopo […]
Le bande comunali erano delle icone cittadine e rappresentavano un grande ed inestimabile patrimonio culturale. Un tempo aleggiava attorno a loro un fascino particolare, tanto da suscitare un vero e proprio tifo, un entusiasmo ed anche un forte campanilismo, un po’ come avviene oggi per le squadre di calcio. Generalmente le bande si formavano nelle categorie degli artigiani: barbieri, falegnami, scalpellini, calzolai, muratori, ecc. Per imparare lo strumento musicale, non si frequentavano delle scuole di musica. Studiare presso un conservatorio era appannaggio esclusivo delle classi benestanti. I meno abbienti imparavano a suonare da autodidatti, sospinti dal coraggio e dalla passione per la musica. Alcuni ragazzi, addirittura, lo facevano di nascosto […]
Era il primo giorno di scuola per quei ragazzini, classe 1965, che per la prima volta sedevano sui banchi della nuova scuola, una scuola totalmente diversa dalle Elementari, dove un solo maestro era chiamato ad insegnare le varie discipline. Gli studenti, seduti compostamente, aspettavano con impazienza, ma anche con palpabile paura, che entrasse in aula non più “il maestro”, ma “un professore”. Ma chi? Poco prima, attraversando il lungo corridoio in fondo al quale c’era la 1ªC, alcuni ragazzi avevano chiesto ad Oronzino, il bidello, chi fosse l’insegnante della prima ora. “La professoressa di lettere!” – rispose seccamente quello, senza troppo pensare e ancora un po’ alticcio per la bicchierata […]
Li zezzi russi di Salvatore Chiffi In Nardò, verso la metà degli anni ’50, sulla strada “ti mare”, proprio di fronte a “lu torrino” (cisterna sopraelevata dell’acquedotto) viveva un ricco signore molto conosciuto per la sua stazza, ben oltre i duecento chili, che lo costringeva a stare sempre seduto su una “poltrona” appositamente costruita per lui e lo limitava nei movimenti. All’epoca la zona era ai margini della città, quasi in aperta campagna, e la sua abitazione era situata al centro di un podere di terra coltivata prevalentemente a vigneto e frumento che si estendeva per oltre cinque ettari. Alla casa, di stile colonico,si accedeva attraversando un lunghissimo “stradone”, i […]