Ieri sera, il piccolo Andrea è tornato nella casetta al mare dei nonni. Nonostante sia trascorso quasi un anno dalla sua precedente venuta, ha subito dimostrato di trovarsi a suo agio. L’arrivo è stato immancabilmente avvertito dal micio grigio, già suo compagno di giochi durante il precedente appuntamento estivo nel Salento; bimbo e gatto, ora hanno entrambi una stagione in più, ma l’intesa tra loro appare sempre identica. Al primo risveglio, Andrea, invece di pensare alla colazione, si è immediatamente diretto nella pinetina, attratto da un rumore monotono e assordante, che, probabilmente, doveva riecheggiargli nella mente sulla scia dei pregressi soggiorni. “Che cosa è questo suono o canto?”, mi ha domandato di getto […]
Verso il tramonto, con la calura un tantino attenuatasi, il nonno Rocco e il nipotino Andrea decidono di compiere una camminata a piedi per le vie di Marittima, che il piccolo non ha mai percorso. Ovviamente, ci sono numerosi incontri con persone del posto e da me ben conosciute. Mi piace soffermarmi sul primo, ossia quello con G., abitante, da sempre, nell’Ariacorte, ossia il rione in cui è nato e vissuto sino a diciannove anni il ragazzo di ieri autore delle presenti righe. Immediata e automatica la sua domanda: “Chi è questo bel bambino? Come ti chiami?”. Parimenti pronta e senza esitazione la risposta di Andrea, il quale spiega anche, alla compaesana, […]
L’incanto, nell’ultimo libro di Antonio Moresco avvolge anche il dolore e l’ostilità della natura. Un incanto doloroso, che dà corpo a un tempo sospeso. Un uomo vive solo, unico abitante di un borgo di montagna. Avanza in una realtà in cui le sole tracce di umanità sono così lontane da non fare rumore, avanza nell’«enorme solitudine vegetale». Lo sguardo registra, le parole interrogano gli animali. È la natura, l’unico vero Altro: una natura meravigliosa e insopportabile, che invade, avvinghia e copre di nero le strade. La natura nel suo accadere incessante e inevitabile, il creato che non è creato: materia, cellule. Lo smarrimento di senso non si fa invettiva: «Dove posso andare per non vedere più […]